di Monica De Carlo
“Il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” (Tratto da un discorso di Paolo Borsellino ai cittadini siciliani).
Con estrema umiltà e rispetto mi permetto di citare l’amato e perduto Giudice Paolo Borsellino.
Il concetto che sta alla base delle parole del Giudice non trova applicazione solo con riferimento alla lotta alla criminalità ma è un principio applicabile a tutte le forme di malcostume che i singoli componenti di una società, con il loro comportamento alimentano.
Generazioni intere, compresa quella a cui appartiene chi vi scrive, sono cresciute con il convincimento che nella vita non conta quanto sei bravo, quanti sacrifici fai, quanto onesto sei. Siamo cresciuti con l’idea che nella vita contano le amicizie importanti, le raccomandazioni, i privilegi e i canali preferenziali. Che nella vita devi prendere il più possibile con il minimo sforzo.
Le parole del Giudice Borsellino cadono come un macigno sulle coscienze anche degli onesti. Sono pesanti e gravi più per quello che non dicono che per quello che dicono.
Questo grande uomo ci ha voluto dire, col sacrificio della vita, che siamo noi i responsabili del nostro degrado. Ci dice che il cambiamento in meglio dipende da ciascuno di noi. Che dobbiamo smettere TUTTI di chiedere e accettare favori e promesse rinunciando alla nostra libertà.
Voglio dire che se ci uniamo e rifiutiamo di vendere la nostra libertà, se decidiamo tutti insieme di non accontentarci delle briciole e di stare a guardare senza fare nulla la nostra terra consumarsi sotto i colpi impietosi dell’egoismo e della mancanza del senso della comunità, le catene del clientelismo si spezzeranno.
Diamo una opportunità alle generazioni future, non lasciamo che anche i nostri figli un giorno, per farsi strada, debbano avere la necessità di umiliarsi rinunciando alla dignità e alla libertà.
Non permettiamo che anche i nostri figli debbano andare a “chiedere” perché non conta quanto siano bravi, onesti e lavoratori, perché conta solo il “chi conosci”.
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. (Paolo Borsellino)
NEGHIAMO IL CONSENSO ALLE PROMESSE E LASCIAMO CHE LA DEMOCRAZIA FACCIA IL SUO CORSO, IL CLIENTELISMO SVANIRA’ COME UN INCUBO.
“Il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” (Tratto da un discorso di Paolo Borsellino ai cittadini siciliani).
Con estrema umiltà e rispetto mi permetto di citare l’amato e perduto Giudice Paolo Borsellino.
Il concetto che sta alla base delle parole del Giudice non trova applicazione solo con riferimento alla lotta alla criminalità ma è un principio applicabile a tutte le forme di malcostume che i singoli componenti di una società, con il loro comportamento alimentano.
Generazioni intere, compresa quella a cui appartiene chi vi scrive, sono cresciute con il convincimento che nella vita non conta quanto sei bravo, quanti sacrifici fai, quanto onesto sei. Siamo cresciuti con l’idea che nella vita contano le amicizie importanti, le raccomandazioni, i privilegi e i canali preferenziali. Che nella vita devi prendere il più possibile con il minimo sforzo.
Le parole del Giudice Borsellino cadono come un macigno sulle coscienze anche degli onesti. Sono pesanti e gravi più per quello che non dicono che per quello che dicono.
Questo grande uomo ci ha voluto dire, col sacrificio della vita, che siamo noi i responsabili del nostro degrado. Ci dice che il cambiamento in meglio dipende da ciascuno di noi. Che dobbiamo smettere TUTTI di chiedere e accettare favori e promesse rinunciando alla nostra libertà.
Voglio dire che se ci uniamo e rifiutiamo di vendere la nostra libertà, se decidiamo tutti insieme di non accontentarci delle briciole e di stare a guardare senza fare nulla la nostra terra consumarsi sotto i colpi impietosi dell’egoismo e della mancanza del senso della comunità, le catene del clientelismo si spezzeranno.
Diamo una opportunità alle generazioni future, non lasciamo che anche i nostri figli un giorno, per farsi strada, debbano avere la necessità di umiliarsi rinunciando alla dignità e alla libertà.
Non permettiamo che anche i nostri figli debbano andare a “chiedere” perché non conta quanto siano bravi, onesti e lavoratori, perché conta solo il “chi conosci”.
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. (Paolo Borsellino)
NEGHIAMO IL CONSENSO ALLE PROMESSE E LASCIAMO CHE LA DEMOCRAZIA FACCIA IL SUO CORSO, IL CLIENTELISMO SVANIRA’ COME UN INCUBO.
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