Solitamente non ammiro molto la
cultura americana, al momento però la considero il male minore.
Oggi, mentre andavo a spasso con
il mio cagnolino, ho incontrato casualmente un collega che non vedevo da un
paio d’anni. Mi ha detto subito che non usciva da un bel po’ di tempo per varie
ragioni: il covid, il greenpass, i vaccini, la crisi, il freddo, l’ignoranza
dei suoi amici, ecc. Sosteneva di aver capito di essere antisociale e di non
credere a nulla di tutto ciò che dice la tv. Aveva concluso, quindi, che la cosa
migliore per lui era starsene da solo. Ad un certo punto abbiamo parlato della
guerra in Ucraina ed era fermamente convinto che le immagini che vediamo in tv
in questi giorni non sono vere e che le scene di guerra e di distruzione erano
state prese da un videogioco! Un anticonformista all’ennesima potenza, ho
pensato.
A quel punto ci siamo detti un
sacco di cose, e questa è la sintesi:
Siamo tutti d’accordo che la
verità non è mai semplice da individuare, che forse ne esiste più di una, ma
andiamo per gradi e ragioniamo.
La questione principale è quella
di ammettere che la società ideale per il momento non esiste. Tuttalpiù possiamo
scegliere quale di quelle attuali sia la meno ingiusta. Cioè quale società e quale
stile di vita vogliamo scegliere?
Siamo tutti d’accordo che la
cultura occidentale è ipocrita, cioè predica bene e razzola male, ma al momento
bisogna accontentarsi. Sicuramente sarebbe bellissimo vivere in un sistema
perfetto, idilliaco, senza ingiustizie e violenze, ma è effettivamente
possibile?
Durante la storia dell’umanità sono
stati molti i tentativi di creare la società perfetta, a cominciare dai
filosofi greci, passando per gli utopisti come Campanella, fino ai guru e
pseudo-santoni americani degli anni settanta con le comunità pacifiste di
cittadini contadini. Poi però si sono conclusi negativamente con suicidi di
massa e modelli di vita simili a quelli dei lager nazisti.
Dunque, anche se ci sono cose che
non vanno nelle nostre democrazie, almeno non viviamo nella miseria e nelle
privazioni. Le nostre case sono calde, le città tutto sommato sono pulite e la
gente non si ammazza ogni momento. Mi guardo intorno e vedo solo povertà,
arretratezza, miseria e guerra, oltre a quella occidentale quale altra cultura
garantisce tutto questo benessere? Pur ammettendolo: è soltanto benessere
materiale!
Sarà la propaganda, cioè la
cultura dominante sui nostri media e per le nostre strade, sarà proprio la
mentalità di noi occidentali, di adulatori del denaro e del progresso, ma se mi
chiedessero di scegliere con chi vorrei stare gli risponderei che ad oggi non
vedo altri sistemi migliori di questo, cioè quello capitalistico, democratico e
parlamentare. Malgrado i danni causati da questo stile di vita, come:
inquinamento, diseguaglianze sociali, sperpero delle risorse, sfruttamento
della natura, ingiustizie, ecc. resta senza dubbio il meno rigido ed il più
liberale sistema sociale. Anche se ancora sono molti gli obiettivi e leggi che
sono vere solo sulla carta, pensiamo ai diritti costituzionali come: lavoro, casa,
sanità, istruzione, giustizia, sicurezza, ecc. Tutte cose che tardano a
verificarsi a pieno e che per ora sono solo a malapena abbozzate. Oppure come
alcuni programmi della comunità europea scritti negli anni 60, ad esempio l’obiettivo
di dover parlare un’unica lingua ed adottare comportamenti ad impatto zero sull’ambiente
che sono per la maggior parte ancora in fase embrionale e lontanissimi dalla
loro concretizzazione.
Le nostre osservazioni (stavamo
davvero discutendo animatamente dell’attuale condizione del genere umano) spaziavano
in tutte le direzioni: pensiamo all’arretratezza del terzo modo ad esempio. Dai
non scherziamo, chi sceglierebbe di far crescere i suoi nipoti in altri paesi
che non siano quelli occidentali? Vogliamo parlare dei paesi arabi? Oppure
dell’India? Di alcune regioni dell’Asia? Non dico che tutti i paesi al di fuori
da quelli occidentali siano peggio oppure da scartare a prescindere, ma che sicuramente
la percentuale di benestanti tra le due culture è sicuramente maggiore in
quella occidentale e quindi è la società meno peggio in cui vivere.
Ma ci pensate in Afghanistan? In
Africa? In Amazzonia?!
Saranno sicuramente posti
incantevoli con la natura più bella e rigogliosa dell’intero pianeta, ma dove
lo trovi un luogo di svago e di cultura nelle società povere e governate da
dittatori? Luoghi dove l’anima prova ad essere creativa, dove si può godere la
pace e realizzare se stessi, quanto meno sul piano lavorativo? Cioè soltanto dove
c’è libertà, nei paesi di cultura occidentale! Bisogna essere chiari su questo!
A quel punto, il mio amico, da
buon seguace del complotto in ogni dove, mi ha risposto: sei proprio sicuro che
le tue scelte siano il frutto delle tue voglie? Cioè che le tue decisioni non
siamo il risultato delle varie influenze e condizionamenti sociali che le lobby
del potere “hanno installato nel tuo cervello” per i loro interessi? E quindi che
tu credi di scegliere, ma in realtà sei soltanto un burattino nelle mani delle
multinazionali!?!? Proprio come nella serie tv mr. Robot?! (e forse un pochino
aveva pure ragione)
Ed io dal canto mio gli ho
risposto che in ogni caso siamo il frutto dei condizionamenti esterni,
qualunque sia la forma di sistema sociale in cui viviamo. Proprio come gli
abitanti di Kabul che credono che il miglior sistema sia quello integralista e
conservatore, per via del fatto che il governo non gli permette di vedere
altro. Ma questo non significa che sia il sistema migliore. Poi, gli ho anche
detto come mai in occidente, vista la libertà che c’è, chi sceglie di vivere in
maniera “talebana” è solo una piccolissima parte della società ed il resto
preferisce studiare e imparare sempre cose nuove? Chi nel nostro paese si metterebbe
il burka per sua scelta? Credo soltanto il 2% della gente, cioè qualche
fanatico, qualche artista e qualche ribelle di natura.
Pertanto al momento non vedo
nessuna altra strada se non quella della democrazia parlamentare. Cioè l’unione
di uomini che insieme scrivono e attuano determinati leggi per il bene comune.
Pensandoci adesso a mente fredda,
a questo mio amico, gli avrei anche potuto dire che ho letto sul web di uno
scienziato, un matematico che è morto pochi anni fa. Un certo: Jacque Fresco, americano
vissuto in Florida il quale insieme alla compagna per tutta la vita hanno
provato a convincere le persone ed i governi che un altro sistema sociale è
possibile. Questo loro progetto lo hanno chiamato “The Venus Project”. Una sorta di città del sole dove le
persone vivono sfruttando le risorse della terra grazie alle macchine ed alla
tecnologia. Dove tutti hanno ciò che gli serve. Una società dove non esistono i soldi e dove le persone
contribuiscono alla produzione ed alla distribuzione delle risorse in modo
gratuito e volontario per il bene della comunità. Per gli approfondimenti
lascio il link in fondo.
Certamente il discorso è molto
più complicato di questo. Ma come ormai noi occidentali sappiamo non si vive di
solo pane. Quindi oltre ad un cappotto, la pancia piena ed un tetto sulla testa
abbiamo bisogno di ben altro.
Quello che voglio dire è che al
momento siamo in una situazione dove tutti i governi si stanno rendendo conto
che questo stile di vita non è più sostenibile ma che per cambiare rotta ci
vogliono degli anni e che non possiamo di colpo abbandonare tutti i nostri
privilegi. Pertanto seguire le teorie dei complotti senza prendere veramente
posizione equivale ad accettare passivamente ciò che ci circonda proprio come è
nella cultura occidentale da sempre.
A quel punto si era fatto
mezzogiorno, ci siamo salutati e gli ho detto che mi aveva fatto piacere
chiacchierare con lui.
Ritornando a casa pensavo:
speriamo che almeno ci possa servire da lezione “la guerra di Putin” e che da
domani, a causa del dolore, dei morti e della povertà viste in questi giorni, ci
rispettiamo tutti di più e ci trattiamo come dei veri fratelli,
indipendentemente da ogni cosa.
A. Amaro