martedì 5 aprile 2022

CORSI E RICORSI... D'ACQUA

 


martedì 29 marzo 2022

TASSE?

Tasse? 

Siamo sicuri che la priorità in questo momento sia questa?

Io credo che chi ha il potere e le capacità si dovrebbe occupare di portare benessere e crescita in questi territori e non grattare "il fondo del barile" con sanzioni, tasse e autovelox pur di fare cassa.

Sicuramente le regole sono fondamentali, senza di esse non potremmo convivere...

Prima però forse sarebbe giusto riconquistare la fiducia dei cittadini. Quindi, perché non iniziare la primavera con un report? Cioè con una lista delle attività svolte finora e dei progetti intrapresi per far crescere l'economia locale dall’insediamento ad oggi? Ad esempio a che punto siamo con l'aeroporto? (Il volano che tutti durante l'elezione hanno utilizzato?)

Qui insomma stiamo chiedendo una sorta di resoconto per comunicare ai cittadini che gli amministratori ed i loro uffici comunali non si occupano solo di bollettini e di riscossione tributi ma che si stanno impegnando ad ottenere fondi e aiuti dalla comunità europea per progetti di sviluppo e crescita, oppure di programmi turistici per attrarre vacanzieri sempre più numerosi durante tutto l'anno, di progetti di fonti rinnovabili, di piani di ristrutturazione del centro storico, ecc. Insomma poter dire che tutto sta funzionando per il meglio, cioè che si sta facendo il possibile per il bene della comunità.
Un documento necessario per placare la rabbia ed il rancore che sentono allo stomaco molti commercianti in questo periodo per via della grande crisi che stiamo affrontando, non solo per via della pandemia, ma anche a causa della guerra in Ucraina. Basterebbe pubblicare lo stato del luogo per far rassicurare parecchi nostri lettori. Ad esempio: da quando la nuova amministrazione si è insediata le cose stanno così: lavori in corso, entrate, uscite, ecc. Queste sono le cose che abbiamo fatto e queste quelle che speriamo di fare nel prossimo anno.

Invece nulla, solo ordinaria amministrazione.

Eppure leggiamo ogni giorno di fondi europei destinati al sud che per mancanza di idee e di incapacità degli enti vengono puntualmente mandati indietro. Ma di chi è la responsabilità? Negli ultimi vent'anni quanti treni ha perso la nostra cittadina? Quante occasioni sono andate perdute? Forse anziché pagare le tasse gli abitanti di Scalea dovrebbero chiedere un risarcimento ai suoi amministratori a tutti i livelli per le responsabilità della stagnazione di questo territorio. Infatti siamo fermi agli anni 80, questo non per via degli abitanti ma per colpa di coloro che potevano fare e non hanno fatto, di coloro che dovevano vigilare ed invece si sono girati dall'altra parte. Un mio caro amico mi diceva sempre anche chi fa il palo è colpevole come chi deruba.

Pertanto io suggerisco quantomeno un momento di confronto con tutte le parti in causa: gli uffici, i politici, i commercianti per valutare insieme una programmazione di lungo periodo sul dove prendere le risorse e come sfruttarle per il bene comune.


Antonio Amaro

martedì 22 marzo 2022

AD UN CERTO PUNTO TI DEVI SCHIERARE


 Solitamente non ammiro molto la cultura americana, al momento però la considero il male minore.

 

Oggi, mentre andavo a spasso con il mio cagnolino, ho incontrato casualmente un collega che non vedevo da un paio d’anni. Mi ha detto subito che non usciva da un bel po’ di tempo per varie ragioni: il covid, il greenpass, i vaccini, la crisi, il freddo, l’ignoranza dei suoi amici, ecc. Sosteneva di aver capito di essere antisociale e di non credere a nulla di tutto ciò che dice la tv. Aveva concluso, quindi, che la cosa migliore per lui era starsene da solo. Ad un certo punto abbiamo parlato della guerra in Ucraina ed era fermamente convinto che le immagini che vediamo in tv in questi giorni non sono vere e che le scene di guerra e di distruzione erano state prese da un videogioco! Un anticonformista all’ennesima potenza, ho pensato.

A quel punto ci siamo detti un sacco di cose, e questa è la sintesi:

Siamo tutti d’accordo che la verità non è mai semplice da individuare, che forse ne esiste più di una, ma andiamo per gradi e ragioniamo.

La questione principale è quella di ammettere che la società ideale per il momento non esiste. Tuttalpiù possiamo scegliere quale di quelle attuali sia la meno ingiusta. Cioè quale società e quale stile di vita vogliamo scegliere?

Siamo tutti d’accordo che la cultura occidentale è ipocrita, cioè predica bene e razzola male, ma al momento bisogna accontentarsi. Sicuramente sarebbe bellissimo vivere in un sistema perfetto, idilliaco, senza ingiustizie e violenze, ma è effettivamente possibile?

Durante la storia dell’umanità sono stati molti i tentativi di creare la società perfetta, a cominciare dai filosofi greci, passando per gli utopisti come Campanella, fino ai guru e pseudo-santoni americani degli anni settanta con le comunità pacifiste di cittadini contadini. Poi però si sono conclusi negativamente con suicidi di massa e modelli di vita simili a quelli dei lager nazisti.

Dunque, anche se ci sono cose che non vanno nelle nostre democrazie, almeno non viviamo nella miseria e nelle privazioni. Le nostre case sono calde, le città tutto sommato sono pulite e la gente non si ammazza ogni momento. Mi guardo intorno e vedo solo povertà, arretratezza, miseria e guerra, oltre a quella occidentale quale altra cultura garantisce tutto questo benessere? Pur ammettendolo: è soltanto benessere materiale!

Sarà la propaganda, cioè la cultura dominante sui nostri media e per le nostre strade, sarà proprio la mentalità di noi occidentali, di adulatori del denaro e del progresso, ma se mi chiedessero di scegliere con chi vorrei stare gli risponderei che ad oggi non vedo altri sistemi migliori di questo, cioè quello capitalistico, democratico e parlamentare. Malgrado i danni causati da questo stile di vita, come: inquinamento, diseguaglianze sociali, sperpero delle risorse, sfruttamento della natura, ingiustizie, ecc. resta senza dubbio il meno rigido ed il più liberale sistema sociale. Anche se ancora sono molti gli obiettivi e leggi che sono vere solo sulla carta, pensiamo ai diritti costituzionali come: lavoro, casa, sanità, istruzione, giustizia, sicurezza, ecc. Tutte cose che tardano a verificarsi a pieno e che per ora sono solo a malapena abbozzate. Oppure come alcuni programmi della comunità europea scritti negli anni 60, ad esempio l’obiettivo di dover parlare un’unica lingua ed adottare comportamenti ad impatto zero sull’ambiente che sono per la maggior parte ancora in fase embrionale e lontanissimi dalla loro concretizzazione.  

Le nostre osservazioni (stavamo davvero discutendo animatamente dell’attuale condizione del genere umano) spaziavano in tutte le direzioni: pensiamo all’arretratezza del terzo modo ad esempio. Dai non scherziamo, chi sceglierebbe di far crescere i suoi nipoti in altri paesi che non siano quelli occidentali? Vogliamo parlare dei paesi arabi? Oppure dell’India? Di alcune regioni dell’Asia? Non dico che tutti i paesi al di fuori da quelli occidentali siano peggio oppure da scartare a prescindere, ma che sicuramente la percentuale di benestanti tra le due culture è sicuramente maggiore in quella occidentale e quindi è la società meno peggio in cui vivere.

Ma ci pensate in Afghanistan? In Africa? In Amazzonia?!

Saranno sicuramente posti incantevoli con la natura più bella e rigogliosa dell’intero pianeta, ma dove lo trovi un luogo di svago e di cultura nelle società povere e governate da dittatori? Luoghi dove l’anima prova ad essere creativa, dove si può godere la pace e realizzare se stessi, quanto meno sul piano lavorativo? Cioè soltanto dove c’è libertà, nei paesi di cultura occidentale!  Bisogna essere chiari su questo!

A quel punto, il mio amico, da buon seguace del complotto in ogni dove, mi ha risposto: sei proprio sicuro che le tue scelte siano il frutto delle tue voglie? Cioè che le tue decisioni non siamo il risultato delle varie influenze e condizionamenti sociali che le lobby del potere “hanno installato nel tuo cervello” per i loro interessi? E quindi che tu credi di scegliere, ma in realtà sei soltanto un burattino nelle mani delle multinazionali!?!? Proprio come nella serie tv mr. Robot?! (e forse un pochino aveva pure ragione)

 

Ed io dal canto mio gli ho risposto che in ogni caso siamo il frutto dei condizionamenti esterni, qualunque sia la forma di sistema sociale in cui viviamo. Proprio come gli abitanti di Kabul che credono che il miglior sistema sia quello integralista e conservatore, per via del fatto che il governo non gli permette di vedere altro. Ma questo non significa che sia il sistema migliore. Poi, gli ho anche detto come mai in occidente, vista la libertà che c’è, chi sceglie di vivere in maniera “talebana” è solo una piccolissima parte della società ed il resto preferisce studiare e imparare sempre cose nuove? Chi nel nostro paese si metterebbe il burka per sua scelta? Credo soltanto il 2% della gente, cioè qualche fanatico, qualche artista e qualche ribelle di natura.

Pertanto al momento non vedo nessuna altra strada se non quella della democrazia parlamentare. Cioè l’unione di uomini che insieme scrivono e attuano determinati leggi per il bene comune.

Pensandoci adesso a mente fredda, a questo mio amico, gli avrei anche potuto dire che ho letto sul web di uno scienziato, un matematico che è morto pochi anni fa. Un certo: Jacque Fresco, americano vissuto in Florida il quale insieme alla compagna per tutta la vita hanno provato a convincere le persone ed i governi che un altro sistema sociale è possibile. Questo loro progetto lo hanno chiamato “The Venus Project”. Una sorta di città del sole dove le persone vivono sfruttando le risorse della terra grazie alle macchine ed alla tecnologia. Dove tutti hanno ciò che gli serve. Una società dove non esistono i soldi e dove le persone contribuiscono alla produzione ed alla distribuzione delle risorse in modo gratuito e volontario per il bene della comunità. Per gli approfondimenti lascio il link in fondo.

Certamente il discorso è molto più complicato di questo. Ma come ormai noi occidentali sappiamo non si vive di solo pane. Quindi oltre ad un cappotto, la pancia piena ed un tetto sulla testa abbiamo bisogno di ben altro.

Quello che voglio dire è che al momento siamo in una situazione dove tutti i governi si stanno rendendo conto che questo stile di vita non è più sostenibile ma che per cambiare rotta ci vogliono degli anni e che non possiamo di colpo abbandonare tutti i nostri privilegi. Pertanto seguire le teorie dei complotti senza prendere veramente posizione equivale ad accettare passivamente ciò che ci circonda proprio come è nella cultura occidentale da sempre.

A quel punto si era fatto mezzogiorno, ci siamo salutati e gli ho detto che mi aveva fatto piacere chiacchierare con lui.

Ritornando a casa pensavo: speriamo che almeno ci possa servire da lezione “la guerra di Putin” e che da domani, a causa del dolore, dei morti e della povertà viste in questi giorni, ci rispettiamo tutti di più e ci trattiamo come dei veri fratelli, indipendentemente da ogni cosa.


A. Amaro

lunedì 14 marzo 2022

COME FARE SOLDI

 


Esiste a Scalea un piano energetico green?

I pannelli solari di quartiere potrebbero essere una valida idea. Ormai sono tanti i comuni che hanno progetti di impianto energetico di quartiere in essere. Ve ne sono alcuni in Germania, altri in Austria e qualcuno nel nord Italia, tutti in paesi non molto soleggiati. Nonostante ciò riescono comunque ad ottenere dei buoni risultati, arrivando a risparmiare fino al 30% su base annua sulle bollette dell’energia elettrica.

Pensate cosa si potrebbe ricavare qui a Scalea, dove splende il sole per 360 giorni all’anno.

 Perché il titolo “come fare soldi?”

Mia nonna diceva: ogni risparmio è un gran guadagno. Significa che se riuscissimo ad economizzare i costi dell’energia elettrica, a fine anno ogni famiglia riuscirebbe a risparmiare un bel po’ di quattrini. Pensiamo a quanto incide il costo delle bollette sul bilancio familiare di ognuno di noi.

Sono soldi che potrebbero essere spesi in altri investimenti per far crescere ancora di più la nostra comunità. Gli esempi sarebbero davvero tanti, ad esempio la creazione di orti sociali per produrre cibo sano e a basso costo. L’importante è sapere che si può risparmiare senza investire un euro ed inquinando di meno!

Infatti per la realizzazione di questo impianto (vi lascio a piè di pagina tutti i link con i vari esempi),  il municipio non dovrebbe investire nulla in quanto ci sono tutta una serie di leggi e bandi della Comunità Europea per la conversione e la transizione ecologica dei sistemi produttivi ed energetici delle città. Quindi ne deriverebbe non solo un taglio drastico dei costi della corrente per i cittadini, ma anche una possibilità di lavoro e di occupazione per la costruzione dell’impianto. Anche se venissero delle ditte specializzate da fuori città, la manovalanza e l’indotto si concretizzerebbero qui sul posto in tante occasioni di lavoro.

Inoltre questo progetto ci farebbe entrare in un circuito di comuni virtuosi e green così da farci molta pubblicità ed attrarre nuovi turisti e, perché no, nuovi residenti. Immaginate se il comune di Scalea si presentasse all’esterno con un progetto del genere, cioè centrali elettriche green di quartiere e quindi non inquinanti? Sarebbe come dire: “Scalea è la Copenaghen del sud”. Insomma una grandissima pubblicità e finalmente una cleaning reputation, dopo i vari titoloni relativi agli “scioglimenti per mafia”.

Perché un impianto di quartiere e non tanti singoli? Semplice: “l’unione fa la forza”! Si, anche in questo caso meglio essere in tanti e parlare con una voce sola. Dopo tutto i comuni servono a questo: aiutare i cittadini nella gestione e la soddisfazione dei propri bisogni.

Ci pensate? Niente garanzie personali, niente raccomandazioni, niente bustarelle, niente figli e figliastri. Semplicemente si mettono a disposizione gli spazi privati per installare pannelli solari che accumulano corrente nelle batterie del quartiere e ognuno usa la corrente di cui ha bisogno, pagandola davvero una bazzecola. Naturalmente si dovrebbe creare una società partecipata e con essa gestire sia i permessi che la burocrazia del progetto. Oltre i tetti dei palazzi si potrebbero sfruttare i parcheggi pubblici (creare delle pergole fotovoltaiche sul lungomare e nelle piazze principali) ed eventualmente dei gazebo, sia per le fermate degli autobus che per le aree gioco, e i giardinetti pubblici. Insomma, dal momento che abbiamo questa grandissima risorsa che è il sole e che ci sono i fondi europei per la transizione ecologica, non possiamo perdere questa occasione. 

Insomma, più comunità meno società!

 p.s.

Naturalmente l’utilizzo della corrente dovrà avvenire con buon senso e senza sprechi, come in una famiglia. La filosofia del quartiere come unico ente potrebbe essere adottata anche per altri cento bisogni collettivi che magari potremmo affrontare in altri articoli, come: la compostiera di quartiere, il wifi gratuito di zona, l’agro-fotovoltaico, l’idroponica sociale, ecc.

 

Alcuni esempi di comunità energetiche in ITALIA:

https://www.atesparma.it/2021/08/31/comunita-energetiche-alcuni-esempi-italiani/

Progetto svizzera:

 https://www.youtube.com/watch?v=QPKa-hm16Nk  (VIDEO)

La filosofia del quartiere sociale, USA:

 https://www.qualenergia.it/articoli/comunita-solari-utility-intermediario-tra-sviluppatore-e-cliente/

eco-quartieri intelligenti, eu:

 https://cordis.europa.eu/article/id/198834-smart-neighbourhoods-exchange-energy/it

Piccolo esempio anche a Caserta: https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/cossmic-a-caserta-prove-di-smart-energy-per-l-europa/

L’auto-consumo collettivo: https://www.valorecommunity.it/blog/cosa-significa-autoconsumo-collettivo/

Comunità energetica, come funziona: https://www.eon-energia.com/magazine/energia-business/le-comunita-energetiche-dallautoconsumo-1-a-1-allautoconsumo-1-a-molti.html


di A. AMARO

mercoledì 2 marzo 2022

QUESTIONE DI PUTIN DI VISTA

"Addio sogno americano"

 C’è la guerra in Ucraina! Le tv di tutto il mondo avevano appena detto che, grazie agli sforzi comuni planetari, avevamo finalmente arginato “il problema Covid”. Ed ora un’altra minaccia globale ci riempie d’ansia. Tutto il mondo è con il fiato sospeso, la Russia mette paura. È una nazione molto vasta. Il suo presidente Putin è uno zar, un dittatore, ed ha invaso la vicina Ucraina senza essere minacciato.

Marcia per la pace in Ucraina - SCALEA

Si comincia a parlare di guerra atomica, di terza guerra mondiale. Gli Stati Uniti, la Nato e quindi anche l’Europa tutta, condannano l’attacco sovietico.

Le primissime contromisure da parte dell’occidente sono state quelle di “isolare la Russia”, tagliando tutte le comunicazioni, precludendogli scambi di ogni genere, sia economici che diplomatici. L’ex unione sovietica dal canto suo non si arresta, continua ad attaccare le più grandi città dell’Ucraina con un’inarrestabile e tragica avanzata. I morti sono già migliaia e infatti il conflitto silenziosamente durava già otto anni nei confini ucraini. La guerra al momento si combatte via terra con carri armati e missili.

Ieri il presidente Zelensky si è collegato da Kiev in videoconferenza con il Parlamento europeo in seduta plenaria a Bruxelles.  Ha detto che l’Ucraina non si arrende e che combatterà fino alla fine per proteggere la sua terra, ma anche per difendere gli ideali europei di libertà e fratellanza. La presidente del parlamento europeo Metsola ha detto che il popolo ucraino non sarà abbandonato e che l’invasione russa è un abominio. Inoltre ha garantito che i paesi occidentali insieme faranno fronte comune per garantire all’Ucraina il loro diritto all’indipendenza ed alla pace.


Questi sono fatti surreali, sembra di vivere in un romanzo di Kafka.
Da un paio di giorni iniziano a circolare voci che lo stato mentale di Putin sia compromesso e che insomma il suo cervello non ragioni più soprattutto dopo aver visto che la guerra, anziché dividere l’occidente ha unito ancor di più la società civile sotto un’unica voce. L’intelligence americana sostiene che si possa trattare di una vera e propria malattia mentale, di follia pura. “Si parla di guerra atomica”.
Inoltre, la grande paura è che la Cina possa sostenere le scelte di conquista ed espansione sovietica. Infatti l’altro nome che incute timore, e ci fa piombare negli anni post bellici, è quello di Xi Jinping, il presidente della grande Cina. Alcuni giornali parlano di guerra nucleare. Infatti ad oggi la Cina non ha mai condannato chiaramente la Russia per la guerra. I cinesi, solo negli ultimi giorni, si sono proposti come moderatori tra i due paesi in conflitto.
Ma cosa vuole Putin? La “fanta-geopolitica” ipotizza che i russi insieme alla Cina vogliano ridimenzionare lo strapotere degli USA e quindi prendere il comando dell’intero pianeta, sia in termini economici che politici. Qui si parla addirittura di conquiste spaziali, di accaparrarsi le stelle!!!


di A. Amaro