martedì 22 marzo 2022

AD UN CERTO PUNTO TI DEVI SCHIERARE


 Solitamente non ammiro molto la cultura americana, al momento però la considero il male minore.

 

Oggi, mentre andavo a spasso con il mio cagnolino, ho incontrato casualmente un collega che non vedevo da un paio d’anni. Mi ha detto subito che non usciva da un bel po’ di tempo per varie ragioni: il covid, il greenpass, i vaccini, la crisi, il freddo, l’ignoranza dei suoi amici, ecc. Sosteneva di aver capito di essere antisociale e di non credere a nulla di tutto ciò che dice la tv. Aveva concluso, quindi, che la cosa migliore per lui era starsene da solo. Ad un certo punto abbiamo parlato della guerra in Ucraina ed era fermamente convinto che le immagini che vediamo in tv in questi giorni non sono vere e che le scene di guerra e di distruzione erano state prese da un videogioco! Un anticonformista all’ennesima potenza, ho pensato.

A quel punto ci siamo detti un sacco di cose, e questa è la sintesi:

Siamo tutti d’accordo che la verità non è mai semplice da individuare, che forse ne esiste più di una, ma andiamo per gradi e ragioniamo.

La questione principale è quella di ammettere che la società ideale per il momento non esiste. Tuttalpiù possiamo scegliere quale di quelle attuali sia la meno ingiusta. Cioè quale società e quale stile di vita vogliamo scegliere?

Siamo tutti d’accordo che la cultura occidentale è ipocrita, cioè predica bene e razzola male, ma al momento bisogna accontentarsi. Sicuramente sarebbe bellissimo vivere in un sistema perfetto, idilliaco, senza ingiustizie e violenze, ma è effettivamente possibile?

Durante la storia dell’umanità sono stati molti i tentativi di creare la società perfetta, a cominciare dai filosofi greci, passando per gli utopisti come Campanella, fino ai guru e pseudo-santoni americani degli anni settanta con le comunità pacifiste di cittadini contadini. Poi però si sono conclusi negativamente con suicidi di massa e modelli di vita simili a quelli dei lager nazisti.

Dunque, anche se ci sono cose che non vanno nelle nostre democrazie, almeno non viviamo nella miseria e nelle privazioni. Le nostre case sono calde, le città tutto sommato sono pulite e la gente non si ammazza ogni momento. Mi guardo intorno e vedo solo povertà, arretratezza, miseria e guerra, oltre a quella occidentale quale altra cultura garantisce tutto questo benessere? Pur ammettendolo: è soltanto benessere materiale!

Sarà la propaganda, cioè la cultura dominante sui nostri media e per le nostre strade, sarà proprio la mentalità di noi occidentali, di adulatori del denaro e del progresso, ma se mi chiedessero di scegliere con chi vorrei stare gli risponderei che ad oggi non vedo altri sistemi migliori di questo, cioè quello capitalistico, democratico e parlamentare. Malgrado i danni causati da questo stile di vita, come: inquinamento, diseguaglianze sociali, sperpero delle risorse, sfruttamento della natura, ingiustizie, ecc. resta senza dubbio il meno rigido ed il più liberale sistema sociale. Anche se ancora sono molti gli obiettivi e leggi che sono vere solo sulla carta, pensiamo ai diritti costituzionali come: lavoro, casa, sanità, istruzione, giustizia, sicurezza, ecc. Tutte cose che tardano a verificarsi a pieno e che per ora sono solo a malapena abbozzate. Oppure come alcuni programmi della comunità europea scritti negli anni 60, ad esempio l’obiettivo di dover parlare un’unica lingua ed adottare comportamenti ad impatto zero sull’ambiente che sono per la maggior parte ancora in fase embrionale e lontanissimi dalla loro concretizzazione.  

Le nostre osservazioni (stavamo davvero discutendo animatamente dell’attuale condizione del genere umano) spaziavano in tutte le direzioni: pensiamo all’arretratezza del terzo modo ad esempio. Dai non scherziamo, chi sceglierebbe di far crescere i suoi nipoti in altri paesi che non siano quelli occidentali? Vogliamo parlare dei paesi arabi? Oppure dell’India? Di alcune regioni dell’Asia? Non dico che tutti i paesi al di fuori da quelli occidentali siano peggio oppure da scartare a prescindere, ma che sicuramente la percentuale di benestanti tra le due culture è sicuramente maggiore in quella occidentale e quindi è la società meno peggio in cui vivere.

Ma ci pensate in Afghanistan? In Africa? In Amazzonia?!

Saranno sicuramente posti incantevoli con la natura più bella e rigogliosa dell’intero pianeta, ma dove lo trovi un luogo di svago e di cultura nelle società povere e governate da dittatori? Luoghi dove l’anima prova ad essere creativa, dove si può godere la pace e realizzare se stessi, quanto meno sul piano lavorativo? Cioè soltanto dove c’è libertà, nei paesi di cultura occidentale!  Bisogna essere chiari su questo!

A quel punto, il mio amico, da buon seguace del complotto in ogni dove, mi ha risposto: sei proprio sicuro che le tue scelte siano il frutto delle tue voglie? Cioè che le tue decisioni non siamo il risultato delle varie influenze e condizionamenti sociali che le lobby del potere “hanno installato nel tuo cervello” per i loro interessi? E quindi che tu credi di scegliere, ma in realtà sei soltanto un burattino nelle mani delle multinazionali!?!? Proprio come nella serie tv mr. Robot?! (e forse un pochino aveva pure ragione)

 

Ed io dal canto mio gli ho risposto che in ogni caso siamo il frutto dei condizionamenti esterni, qualunque sia la forma di sistema sociale in cui viviamo. Proprio come gli abitanti di Kabul che credono che il miglior sistema sia quello integralista e conservatore, per via del fatto che il governo non gli permette di vedere altro. Ma questo non significa che sia il sistema migliore. Poi, gli ho anche detto come mai in occidente, vista la libertà che c’è, chi sceglie di vivere in maniera “talebana” è solo una piccolissima parte della società ed il resto preferisce studiare e imparare sempre cose nuove? Chi nel nostro paese si metterebbe il burka per sua scelta? Credo soltanto il 2% della gente, cioè qualche fanatico, qualche artista e qualche ribelle di natura.

Pertanto al momento non vedo nessuna altra strada se non quella della democrazia parlamentare. Cioè l’unione di uomini che insieme scrivono e attuano determinati leggi per il bene comune.

Pensandoci adesso a mente fredda, a questo mio amico, gli avrei anche potuto dire che ho letto sul web di uno scienziato, un matematico che è morto pochi anni fa. Un certo: Jacque Fresco, americano vissuto in Florida il quale insieme alla compagna per tutta la vita hanno provato a convincere le persone ed i governi che un altro sistema sociale è possibile. Questo loro progetto lo hanno chiamato “The Venus Project”. Una sorta di città del sole dove le persone vivono sfruttando le risorse della terra grazie alle macchine ed alla tecnologia. Dove tutti hanno ciò che gli serve. Una società dove non esistono i soldi e dove le persone contribuiscono alla produzione ed alla distribuzione delle risorse in modo gratuito e volontario per il bene della comunità. Per gli approfondimenti lascio il link in fondo.

Certamente il discorso è molto più complicato di questo. Ma come ormai noi occidentali sappiamo non si vive di solo pane. Quindi oltre ad un cappotto, la pancia piena ed un tetto sulla testa abbiamo bisogno di ben altro.

Quello che voglio dire è che al momento siamo in una situazione dove tutti i governi si stanno rendendo conto che questo stile di vita non è più sostenibile ma che per cambiare rotta ci vogliono degli anni e che non possiamo di colpo abbandonare tutti i nostri privilegi. Pertanto seguire le teorie dei complotti senza prendere veramente posizione equivale ad accettare passivamente ciò che ci circonda proprio come è nella cultura occidentale da sempre.

A quel punto si era fatto mezzogiorno, ci siamo salutati e gli ho detto che mi aveva fatto piacere chiacchierare con lui.

Ritornando a casa pensavo: speriamo che almeno ci possa servire da lezione “la guerra di Putin” e che da domani, a causa del dolore, dei morti e della povertà viste in questi giorni, ci rispettiamo tutti di più e ci trattiamo come dei veri fratelli, indipendentemente da ogni cosa.


A. Amaro

Nessun commento:

Posta un commento