Faceva caldo al terzo Consiglio comunale dell’Amministrazione Basile. Alle ore 19.00 circa del 30 luglio c’è stato nella sala Consiliare del Comune di Scalea l’incontro dei nostri amministratori per discutere l’approvazione di alcuni provvedimenti.
L’aria era pesante e noiosa.
La sala era semi-deserta (massimo 20 persone nel pubblico) ognuno pareva volesse essere da un’altra parte. I Consiglieri erano presenti in 19 su 21 (assenti giustificati Campilongo e Bloise).
C’era chi si alzava per uscire, e chi si allontanava per non partecipare. Chi manifestava dissenso e chi cercava di rasserenare gli animi. Povero Alifuoco! Il direttore generale pareva il più stanco di tutti. Ognuno dei Consiglieri voleva che si verbalizzasse il suo intervento e continuamente il tecnico veniva interpellato.
La discussione è durata oltre due ore incagliandosi spesso su polemiche.
Il primo punto all’ordine del giorno relativo alle nomine dei membri delle commissioni è stato rinviato a circa un mese (rinviato a settembre).
Si è poi passati al regolamento delle Consulte. Qui gli animi si sono riscaldati.
Il Consigliere Manco ha proposto degli emendamenti al regolamento fra cui l’inserimento espresso dei rappresentanti delle associazioni di categoria e dei consiglieri oltre all’aumento fino a 7 del numero dei componenti.
La maggioranza e il Sindaco hanno spiegato che la norma in questione fa riferimento a persone “esperte” in questo modo chiunque può farne parte senza tagliare fuori nessuno, compresi consiglieri e rappresentanti di categoria.
Sul numero il dott. Acquaviva ha detto che Consulte troppo numerose non lavorano con facilità.
Noi del direttivo a tal proposito, vorremmo esprimere un’opinione. Concordiamo col dott. Acquaviva nel pensare che un numero eccessivo di membri renderebbe macchinoso il lavoro delle Consulte ma dissentiamo sulle modalità di nomina. Il Regolamento prevede che le nomine vengano fatte solo dal Sindaco. Non abbiamo motivo di dubitare dello spirito democratico del Primo cittadino ma è principio base in democrazia che solo un organo pluralistico e rappresentativo di tutte le forze politiche e non, può garantire che non vengano fatte esclusioni ingiuste, sia in buona che in mala fede.
Altro dubbio riguarda le caratteristiche e le qualità che una persona deve avere per rientrare nella categoria degli “esperti” nominabili.
Non è stato indicato alcun criterio che consenta a chi si propone di verificare che la propria eventuale esclusione sia dovuta a “carenza” di requisiti e non all’arbitrio di un singolo.
Le Consulte sono organi consultivi che, se lavorano bene, possono contribuire molto alla vita amministrativa. Esse devono essere espressione di tutti i colori di una comunità e avocare nelle mani di un singolo tutte le nomine è per principio poco democratico a prescindere dalle buone qualità del singolo stesso.
La dott. Riccetti ha chiesto e ottenuto l’inserimento di due (importanti ndr) consulte: per gli immigrati e per gli anziani. Non ce ne voglia nessuno se crediamo che il lavoro più proficuo è stato proprio quello della dott.sa Riccetti la quale ha anche ottenuto l’approvazione del Regolamento dei servizi sociali di cui Scalea era ancora sprovvista. Un passo importante per il paese ma, facciamo notare, poco considerato dai presenti. Durante l’intervento della dott.sa Riccetti infatti, il disinteresse ha preso il sopravvento su tutti, consiglieri e non. In più momenti la dott.sa è stata “distratta” e disturbata da un continuo parlottare e alzarsi. Contegno poco educato, secondo noi.
Dissentiamo anche sul fatto che la consulta per la cultura è stata accorpata a quella per la sanità. Due argomenti autonomi che richiedono qualità di “esperti” molto diversi.
Tutti erano d’accordo sul fatto che la partecipazione cittadina è importante ma nessuno ha proposto di inserire degli incentivi per i partecipanti tipo un piccolo gettone di presenza o un riconoscimento simbolico ai cittadini più attivi.
Sarebbe utile organizzare un brevissimo stage per i componenti delle consulte al fine di spiegar loro cosa e come debba lavorare una Consulta (3 ore sarebbero più che sufficienti). Nessuno si è soffermato sui compiti specifici da attribuire alle Consulte, nessuno ha fatto degli esempi di consulte modello che hanno funzionato in altre cittadine.
C’erano tante cose di cui discutere e invece si è perso tempo perché i personalismi prevalgono sui contenuti.
Ripetiamo che la nostra è solo un’opinione di cittadini, terzi, che hanno assistito e seguito i lavori del Consiglio. Non vogliamo innescare alcuna polemica ma speriamo di essere utili al fine di far notare tante “piccolezze” che non fanno lavorare bene e con scioltezza.
L’ultimo punto riguardava l’istituito delle perequazione. Il consigliere Licursi ha ricordato che pende al TAR ricorso avverso la delibera di approvazione del PSC, assunta dopo la pubblicazione dei comizi elettorali.
Il Sindaco ha garantito che in ogni caso si aspetterà la decisione sul punto.
Verso le ore 21.10 e prima che si votasse l’ultimo punto, sono ricominciate le polemiche e noi…..siamo tornati alle nostre case.
Il Direttivo.
L’aria era pesante e noiosa.
La sala era semi-deserta (massimo 20 persone nel pubblico) ognuno pareva volesse essere da un’altra parte. I Consiglieri erano presenti in 19 su 21 (assenti giustificati Campilongo e Bloise).
C’era chi si alzava per uscire, e chi si allontanava per non partecipare. Chi manifestava dissenso e chi cercava di rasserenare gli animi. Povero Alifuoco! Il direttore generale pareva il più stanco di tutti. Ognuno dei Consiglieri voleva che si verbalizzasse il suo intervento e continuamente il tecnico veniva interpellato.
La discussione è durata oltre due ore incagliandosi spesso su polemiche.
Il primo punto all’ordine del giorno relativo alle nomine dei membri delle commissioni è stato rinviato a circa un mese (rinviato a settembre).
Si è poi passati al regolamento delle Consulte. Qui gli animi si sono riscaldati.
Il Consigliere Manco ha proposto degli emendamenti al regolamento fra cui l’inserimento espresso dei rappresentanti delle associazioni di categoria e dei consiglieri oltre all’aumento fino a 7 del numero dei componenti.
La maggioranza e il Sindaco hanno spiegato che la norma in questione fa riferimento a persone “esperte” in questo modo chiunque può farne parte senza tagliare fuori nessuno, compresi consiglieri e rappresentanti di categoria.
Sul numero il dott. Acquaviva ha detto che Consulte troppo numerose non lavorano con facilità.
Noi del direttivo a tal proposito, vorremmo esprimere un’opinione. Concordiamo col dott. Acquaviva nel pensare che un numero eccessivo di membri renderebbe macchinoso il lavoro delle Consulte ma dissentiamo sulle modalità di nomina. Il Regolamento prevede che le nomine vengano fatte solo dal Sindaco. Non abbiamo motivo di dubitare dello spirito democratico del Primo cittadino ma è principio base in democrazia che solo un organo pluralistico e rappresentativo di tutte le forze politiche e non, può garantire che non vengano fatte esclusioni ingiuste, sia in buona che in mala fede.
Altro dubbio riguarda le caratteristiche e le qualità che una persona deve avere per rientrare nella categoria degli “esperti” nominabili.
Non è stato indicato alcun criterio che consenta a chi si propone di verificare che la propria eventuale esclusione sia dovuta a “carenza” di requisiti e non all’arbitrio di un singolo.
Le Consulte sono organi consultivi che, se lavorano bene, possono contribuire molto alla vita amministrativa. Esse devono essere espressione di tutti i colori di una comunità e avocare nelle mani di un singolo tutte le nomine è per principio poco democratico a prescindere dalle buone qualità del singolo stesso.
La dott. Riccetti ha chiesto e ottenuto l’inserimento di due (importanti ndr) consulte: per gli immigrati e per gli anziani. Non ce ne voglia nessuno se crediamo che il lavoro più proficuo è stato proprio quello della dott.sa Riccetti la quale ha anche ottenuto l’approvazione del Regolamento dei servizi sociali di cui Scalea era ancora sprovvista. Un passo importante per il paese ma, facciamo notare, poco considerato dai presenti. Durante l’intervento della dott.sa Riccetti infatti, il disinteresse ha preso il sopravvento su tutti, consiglieri e non. In più momenti la dott.sa è stata “distratta” e disturbata da un continuo parlottare e alzarsi. Contegno poco educato, secondo noi.
Dissentiamo anche sul fatto che la consulta per la cultura è stata accorpata a quella per la sanità. Due argomenti autonomi che richiedono qualità di “esperti” molto diversi.
Tutti erano d’accordo sul fatto che la partecipazione cittadina è importante ma nessuno ha proposto di inserire degli incentivi per i partecipanti tipo un piccolo gettone di presenza o un riconoscimento simbolico ai cittadini più attivi.
Sarebbe utile organizzare un brevissimo stage per i componenti delle consulte al fine di spiegar loro cosa e come debba lavorare una Consulta (3 ore sarebbero più che sufficienti). Nessuno si è soffermato sui compiti specifici da attribuire alle Consulte, nessuno ha fatto degli esempi di consulte modello che hanno funzionato in altre cittadine.
C’erano tante cose di cui discutere e invece si è perso tempo perché i personalismi prevalgono sui contenuti.
Ripetiamo che la nostra è solo un’opinione di cittadini, terzi, che hanno assistito e seguito i lavori del Consiglio. Non vogliamo innescare alcuna polemica ma speriamo di essere utili al fine di far notare tante “piccolezze” che non fanno lavorare bene e con scioltezza.
L’ultimo punto riguardava l’istituito delle perequazione. Il consigliere Licursi ha ricordato che pende al TAR ricorso avverso la delibera di approvazione del PSC, assunta dopo la pubblicazione dei comizi elettorali.
Il Sindaco ha garantito che in ogni caso si aspetterà la decisione sul punto.
Verso le ore 21.10 e prima che si votasse l’ultimo punto, sono ricominciate le polemiche e noi…..siamo tornati alle nostre case.
Il Direttivo.
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