martedì 15 febbraio 2011

FUGA DALLA TUNISIA

di F. Vassallo ( fonte http://www.terrelibere.org/)
Appena sono caduti i dittatori amici che contribuivano ad arrestare ed a internare i migranti nei paesi del Maghreb, le partenze sono riprese. Maroni ha prontamente evocato l`emergenza terrorismo, senza avere neppure lo straccio di una prova in mano. L`Italia, che reclama oggi gli aiuti comunitari, è stata alla guida dei paesi che hanno spinto maggiormente per politiche di sbarramento.
Come si doveva prevedere, dopo le pressioni italiane sulla Tunisia, è stata respinta la proposta di Maroni che voleva inviare militari italiani anche in quel paese per impedire le partenze, una proposta respinta al mittente con la dichiarazione che la Tunisia respinge «qualunque ingerenza nei suoi affari interni». Ed oggi il ministro degli esteri Frattini sarà a Tunisi. Intanto l`esercito e la marina tunisina hanno tentano di riprendere il controllo delle coste e le conseguenze non sono mancate.
Oltre trenta morti, questa notte, per uno speronamento da parte di una motovedetta tunisina che ha cercato di bloccare un imbarcazione che stava facendo rotta verso l`Italia. Un altro speronamento, da parte di una motovedetta tunisina, camuffato da incidente, si era verificato nei giorni scorsi, con un morto ed un disperso nel golfo di Gabes. E ieri quattro cadaveri trovati su un gommone alla deriva al largo di Sfax, città vicina al confine con la Libia.
Non si sa nulla intanto di altri due barconi avvistati ieri che sono ancora alla deriva nel Canale di Sicilia. E il tempo sta peggiorando rapidamente. Se continuano le pressioni per impedire le partenze dalla Tunisia, o peggio per bloccare i barconi in alto mare, sarà strage. Occorre aprire canali umanitari per coloro che richiedono protezione internazionale e garantire il pieno rispetto delle convenzioni internazionali che salvaguardano la vita in mare. Basta con i respingimenti collettivi. Ma soprattutto occorre riaprire canali di ingresso legale per lavoro e regolarizzare coloro che sono costretti da anni al lavoro nero e allo sfruttamento servile, sottrarre la mobilità umana al controllo delle organizzazioni criminali, per aiutare veramente i paesi di emigrazione, e garantire sicurezza e coesione sociale in Italia ed in Europa.


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