mercoledì 6 giugno 2012

L'ITALIA TREMA E LA POLITICA DORME



E' di queste ultime ore la notizia di un nuovo forte terremoto avvertito fino alle Marche. Gli eventi naturali di questi giorni hanno seminato l'ansia e il panico in tutto il Paese. La terra ha tremato proprio dove non era previsto che tremasse. Noi invece, viviamo in una zona "rossa" quella cioè che viene considerata a fortissimo rischio sismico. E' vero che è inutile parlare di prevenzione quando ormai il danno è fatto ma noi siamo ancora in tempo per prendere delle, seppur minime, precauzioni. I terremoti infatti non sono prevedibili e non è detto che non se ne verificheranno altri. Sarebbe quindi utile se l'Amministrazione comunale di Scalea diffondesse le informazioni base per far fronte ad una calamità del genere, effettuasse dei controlli urgenti sul territorio al fine di verificare la stabilità degli immobili insomma è ovvio che se vi sono degli interventi strutturali da fare questi non possono essere realizzati di punto in bianco e senza soldi. Tuttavia una "visita di controllo" si potrebbe fare così come si potrebbe insegnare alla gente a salvarsi la vita visto che sul territorio si dorme tranquillamente e non si fanno mai campagne informative.



Sogni d'oro....

5 commenti:

  1. ......il rischio per noi è il vulcano Marsili, in caso di tsunami abbiamo 30 minuti, un sistema di allerta sul litorale sarebbe necessario, senza dimenticarsi dello sciame di scosse che perdura sul Pollino da parecchi mesi. Riccardo
    Allego intervista fatta al dott. Marcello Martini, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, realizzata il 30 giugno scorso, nel 2011.Abbiamo chiesto all’esperto che ne pensa dei vulcani sommersi presenti nel Tirreno, se secondo lui determinano un fattore di rischio. La risposta di Martini è stata chiarissima, ed è assolutamente valida ancora oggi:
    “Sì, se n’è parlato di recente: il Marsili è una possibile fonte di tsunami. Anche il Vavilov: sappiamo che “ne manca un pezzo”, cioè in passato su una sua dorsale c’è stata una grande frana. Il rischio tsunami c’è come per le Eolie, basti pensare allo Stromboli e a quanto accaduto il 31 dicembre 2002 quando una frana lungo la sciara del fuoco determinò un maremoto in tutto il tirreno: per fortuna era dicembre e non agosto, altrimenti chissà cosa sarebbe potuto succedere. Comunque siamo molto più preoccupati del Vesuvio, anche come possibilità, rispetto ai vulcani sottomarini del Tirreno, in quanto i problemi immediati sono molto più elevati. Per quanto riguarda il Marsili, il Vavilov e gli altri vulcani sommersi nel Tirreno, pensiamo da anni allo sfruttamento dell’energia geotermica. Pensate che il Marsili il più grosso vulcano d’Europa con una base di oltre 170 chilometri: si potrebbe sfruttare proprio l’energia geotermica. Però forse ci sono molte zone più accessibili sulla terra ferma. Anche sui Campi Flegrei stiamo facendo uno studio simile: sarà scavato un piccolo “pozzo” per studi fino a quasi 4 mila metri di profondità, non sarà verticale perchè dopo mille metri devierà verso il centro della principale caldera flegrea, partendo dai bordi. Vedremo cosa ne verrà fuori“.

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  2. Salve, ringrazio wscalea per aver affrontato il problema, sono giorni che mi interrogo insieme a molti altri cittadini del litorale tirrenico su questo problema e sarebbe importante che l'amministrazione convocasse una conferenza stampa su come pensa di intervenire e affrontare un fenomeno di questa portata, sarebbe altresì confortante sapere con certezza che l'Ente e gli organi preposti sono già allertati e attenti in funzione di un eventuale intervento rivolto alle scuole, agli uffici pubblici e all'intera cittadinanza.
    Non dimentichiamo che nel famoso terremoto avvenuto nei primi anni del novecento nello stretto tre Sicilia e Calabria il maggior numero delle vittime furono a causa dello tsunami che seguì il sisma! Mi auguro che prontamente il Sindaco si attivi e informi la cittadinanza.
    Cristiana Covelli

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    1. Prendo spunto dal titolo sulla 'politica che dorme' e lo unisco alle recentissime esternzazioni del vicesindaco dott. Ciancio (con cui prende le distanze dal PD) per postare qui qualche mia riflessione basate anche sul vostro appoggio al movimento 5 stelle al quale anch'io ho formalmente aderito via web.
      La situazione italiana si fa sempre più ingarbugliata; l’impressione generale è che il governo Monti abbia esaurito la sua spinta innovatrice, e che non esistano alternative politiche praticabili; una parte significativa degli analisti internazionali dà il nostro Paese fuori dall’Euro entro 12-18 mesi.
      1. Il governo non farà nessuna delle riforme che ancora non ha fatto, perché la campagna elettorale è già iniziata e né il Pd né il Pdl consentiranno a Monti di dare altri schiaffi ai propri elettori. Più in generale, è fallita la sua missione: nel momento in cui è sceso a patti con i partiti, Monti ha indebolito il suo potere negoziale e sbiadito la sua immagine. E dopo lo stordimento iniziale, i partiti hanno ripreso il loro spazio.
      2. Ciò non significa che ci saranno le elezioni a ottobre: perché a ottobre non s’è mai votato, perché non sarà ancora maturato il diritto al vitalizio per i neoparlamentari, e perché la situazione internazionale impone di continuare a recitare la parte dei virtuosi. Avremo dunque chiacchiere, minacce e promesse, ma nessuna vera azione di governo.
      3. I partiti non faranno nessuna riforma elettorale, per la buona ragione che un Parlamento di portaborse e di clientes nominati dai segretari è l’unica garanzia della loro sopravvivenza.
      4. I partiti non faranno nessuna riforma del finanziamento pubblico, del resto illegale dal 1993, né rinunceranno ad un solo euro, perché in campagna elettorale i soldi servono.
      5. È certo che Bersani guiderà una coalizione neofrontista, al cui interno Vendola e Di Pietro avranno un ruolo determinante (e all’incirca metà dei seggi); il big bang del centrodestra si concluderà prima o poi con una nuova coalizione dove grosso modo troveranno posto il Terzo Polo, il Pdl e (forse) la Lega maroniana. Questa coalizione non ha al momento né un profilo né un programma né un leader, ma certamente prenderà forma entro il 2013.
      6. Andremo dunque al voto con il Porcellum e tre schieramenti: il Fronte popolare, la nuova Dc e il Movimento 5 Stelle. Una vittoria della sinistra porterebbe rapidamente l’Italia alla bancarotta, prima di dissolversi in nuove elezioni anticipate. Del centrodestra sappiamo troppo poco: ma un certo profumo (e voglia) democristiana sembra emergere dalle rovine del Pdl, e in ogni caso si può escludere fin d’ora che i liberali – già sconfitti nel ’94, al debutto di Forza Italia – possano giocare un qualche ruolo di peso. Chiunque vinca, a vincere sarà il partito dell'immobilismo (ribattezzato per l’occasione “il partito della crescita”), dove spopoleranno i Maurizi Ciancio di turno, bravi solo ad azionare il tergicristallo e andare di qua e di là a seconda della convenienza personale.

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    2. 7. Se così stanno le cose, il voto del 2013 solleva un interrogativo di fondo. L’Italia si conferma irriformabile anche in limine mortis, e forse neppure salvabile dalla bancarotta. Si può fare qualcosa? No, non si può fare niente. Dai partiti non può più venire nulla di buono, né in proposte né in personale politico. La Casta ha dimostrato in questi mesi – i mesi dell’ultima occasione, i mesi del governo tecnico – di non possedere né gli strumenti, né la volontà, né la cultura per rinnovarsi.
      8. Se così stanno le cose, al non voto sembra esserci una sola alternativa valida: il Movimento 5 Stelle. Di Beppe Grillo non apprezzo pressoché nulla, salvo un punto cruciale e dirimente: i grillini non c’entrano niente con lui, e a lui va bene così. Sono persone normali, studiano e lavorano, sono pragmatici e concreti, vivono la politica come partecipazione e servizio, e in genere sono anche molto secchioni. Può darsi che diventeranno come gli altri, ma adesso sono diversi. E a me questo basta.
      9. Un nutrito gruppo di grillini in Parlamento costituirà un buon argine allo strapotere della partitocrazia e della burocrazia pubblica, i cui atti saranno passati quotidianamente (e severamente) al microscopio. Nel prossimo Parlamento della Casta, i grillini saranno i cani da guardia della democrazia: cioè, fondamentalmente, irriducibili rompicoglioni. Non è molto, ma è meglio di niente.
      10. Può darsi che da qui al 2013 una persona seria si faccia avanti e si candidi a palazzo Chigi senza passare per i partiti: ma se così non fosse (e non è facile immaginare da dove questo nuovo leader possa spuntare), l’unica strada percorribile a me sembra la resistenza civile: non votare, oppure riempire il Parlamento di rompiscatole invece di riempirlo dei Maurizi Ciancio di turno. C’è un’opzione migliore? Discutiamone.
      Mauro Campilongo

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    3. Non deviate i discorsi la discussione si era aperta sui "terremoti" non sui terremotati

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