Loro non scrivono, agiscono.
di Luca Grisolia
Stavo andando al lavoro e proprio sotto casa ho incontrato due strani tipi: “vi posso fare una foto”? e loro “certo”. Torno indietro con la macchina, parcheggio ed inizio a scattare senza sapere di quale notizia sarei andato a scrivere da lì a qualche minuto. Poi mi avvicino, mi presento e Federico (il promotore dell’iniziativa) comincia a raccontarmi: “siamo partiti da Palermo e siamo diretti dal presidente Napolitano”. Stanno attraversando il sud, lui e il suo amico Mirko, a dorso di due muli. Lo fanno per denunciare diverse cose: tutela del territorio, ambiente, differenziata e lotta alle mafie. Sono persone forti e coraggiose ed ho letto nei loro occhi che credono fermamente nella protesta pacifica e simbolica. Gli ho chiesto: “ma siete sposati”? Loro mi hanno risposto di no… liberi e spensierati dunque!
Ed io ho pensato: che bello! Ancora esistono queste energie umane che si battono per la giustizia e per il rispetto della terra e della natura. Infatti è proprio in quegli anni di spensierata giovinezza, prima del matrimonio che l’uomo ha tutta la forza per protestare, lottare e far valere i diritti dei più deboli.
Poi, crescendo, con i legami sentimentali, con la famiglia, tendiamo ad essere protettivi del nido e non badiamo di più alla collettività. Prima di rinchiuderci nel guscio della famiglia eravamo più liberi, avevamo bisogno di confrontarci, di uscire e di cercare sfide nella società per dimostrare la nostra forza. Una volta infilate le pantofole ci si rammollisce.
Oggi questi due ragazzi mi hanno risvegliato la voglia di combattere, di lottare e coinvolgere sempre più amici nella lotta sociale e nella giustizia civile.
Un mondo migliore è possibile, ma solo se tutti hanno voglia di cambiare.
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Caro Luca mi hai stupito e coinvolto in una storia molto bella e decisamente intrigante: due ragazzi e due muli che partendo dalla Sicilia vanno a Roma per incontrare il presidente Napolitano. Nell'era del villaggio globale e della comunicazione che buca il nostro cervello e dice tante cose che si annullano e velocemente vengono superate, un viaggio incredibile per la difficoltà, la fatica, che invita alla riflessione, a pensieri profondi che non sono soltanto quelli che i due ragazzi da te incontrati caro Luca, portano al presidente della Repubblica.Un viaggio incredibile, dicevo, alla ricerca dell'anima e del tempo che consumiamo come tutti i prodotti che ci vengono proposti. Un viaggio oltre........Questa e ' la lettura che ne do io; la tua storia mi ha preso. Sei stato bravo a cogliere l'attimo giusto per raccontare, lasciandoci un servizio fotografico a testimonianza, un messaggio di ricerca di giustizia massacrata e in grossa parte perduta e tanti pensieri su cui costruire, ciascuno di noi, una storia da vivere e raccontare e farsi raccontare.
RispondiEliminaNon lasciamoli soli. Raccontiamo a tutti questa vicenda. Offriamo loro il nostro sostegno e prepariamo delle staffette per accompagnarli a Roma.Vicende di questa natura vanno sostenute per i risvolti politici sicuramente, ma per questa volta immaginiamo liberamente altre storie dove l'umano, l'uomo vengono prima di ogni altra cosa.
Osvaldo Cardillo
Per fortuna in questo paese c'è qualcuno che riesce a dire ancora qualcosa ,anche se deve ricorrere a modi un po' forti nella speranza di essere ascoltato...
RispondiEliminaCaro Franco ti ringrazio molto per la risposta un po' piccata perché credo tu sia stato colpito dal silenzio totale dei nostri compaesani . E' stato per me come leggere un libro;in questo caso Luca Grisolia ci ha dato l'incipit e ci ha aperto le prime pagine. Io poi mi sono documentato e mi ha commosso,come altrove, i ragazzi Siciliani e i due muli siano stati accolti da scolaresche e cittadini di ogni età cercando di farsi raccontare e raccontare essi stessi agli altri, arricchendola, la storia con le emozioni vissute davanti a un avvenimento inusuale. I giornali locali dalla Sicilia alla Calabria hanno pubblicato sull'avvenimento articoli bellissimi, ben scritti e ben documentati e ricchi di quel giusto sentire, non sdolcinato, che apre la vita alla speranza e all'amicizia.Un avvenimento semplice,ma faticoso per i protagonisti, ha aperto in una epoca altamente tecnologica, un via per riflettere, penso, senza molti rumori, e ascoltare i battiti del nostro cuore.Se qualcuno di quelli che sanno o credono di sapere, e pensano, dalla loro somma capacita' di intendere, che il pezzo sia retorico, noi caro Franco, diremo (chiedo la tua collaborazione) si accomodi e faccia pure.
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