domenica 25 luglio 2010

SUPER - ABILI... RIFLETTIAMO TUTTI


Ho conosciuto una persona con problemi di deambulazione e che utilizza la carrozzina per spostarsi e mi ha chiesto se potevo sensibilizzare i lettori del blog verso queste importanti problematiche. Mi ha detto che servirebbe anche per migliorare i nostri comportamenti e rispettare di più gli altri l'essere a conoscenza di una storia come la sua.

Per affrontare l'argomento senza urtare nessuno e senza fare paragoni con la nostra città pubblico di seguito una lettera tratta dal sito trentoattiva.it. Questa esperienza mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto riflettere sulle iniziative che si dovrbbero intraprendere anche a Scalea.
(il direttivo)

ecco l'esperimento di Trento: (proviamo anche noi a fare un giro in carrozzina a Scalea)

Una carrozzina appoggia al muro di un corridoio semibuio, difronte, un ascensore normalissimo, almeno apparentemente. Entro in una stanza luminosa, un appartamento ben arredato, la mobilia ed altri piccoli dettagli attirano la mia attenzione, tutto è più basso, più accessibile. Entro, la porta è aperta, Paolo mi sorride e saluta, siede davanti al suo computer, la sua finestra sul mondo mi viene da pensare ma Paolo in realtà, e fortunatamente, ha una vita piena e vivace. Eppure per molti non è così, per molti quella è davvero una finestra, una vita che loro non vivono ma guardano, osservano e immaginano. Mi incupisco per un attimo, ma poi guardo Paolo, penso alle cose che ha fatto, i posti che ha visitato e quanto nonostante tutto sappia assaporare ogni cosa profondamente, vivendo intensamente, forse anche più di me. Gli sorrido continuando a pensare al suo coraggio, la sua vitalità, la sua ironia e il suo spirito. Mi invita a provare la carrozzina sulla quale dovrò sperimentare, in prima persona, cosa significa muoversi per la città. Raccolgo volentieri, forse con leggerezza, l’invito.
Fuori è una giornata soleggiata ed afosa, l’appartamento invece è fresco. Mi siedo, appoggio i piedi sui supporti e tolgo il freno, qualche breve movimento per prendere confidenza. Sensazioni contrastanti, pensieri che si affollano nella mente. Provo a concentrarmi solo sulla carrozzina ma è davvero difficile non pensare a cosa significhi tutto ciò, a chi su quella carrozzina passa la sua esistenza.
Scendo in ascensore. Sola. Guardo le mie gambe, i miei piedi e penso, senza riuscire a mettere a fuoco nulla se non quel pezzo del mio corpo. Sono confusa, a disagio con me stessa. Improvvisamente e con un po’ di vergogna, all’interno di quell’ascensore, mi accorgo che sovrappensiero continuo a muovere le dita di quei piedi che ad un tratto mi appaiono così preziosi. L’ascensore si ferma, mi sembra passata un’eternità. Non vedo l’ora di uscire o, forse, solo di allontanarmi dal mio stesso imbarazzo.
All’esterno ci attendono in molti, nonostante il caldo e la splendida giornata, sembra che nessuno abbia rinunciato. Cittadini responsabili e ammirevoli, penso immediatamente con orgoglio e soddisfazione. Un breve momento per i saluti, Paolo spiega a tutti il perché di questa passeggiata fra le barriere architettoniche del centro città. Ci organizziamo e in un attimo siamo pronti a partire.
I primi metri su quella carrozzina sono divertenti, spensierati. Fra le parole e i sorrisi dei presenti sperimentiamo i primi movimenti, prendiamo confidenza e superiamo anche le prime buche, tutto in un atmosfera serena e gioiosa.
Alla fine della strada la prima salita ci attende. Sotto un sole cocente e in un sabato affollato, ci facciamo largo e, spingendo con forza su un terreno scosceso, arriviamo in cima. Sudati e affaticati, ci scambiamo all’istante le prime impressioni. Di nuovo la mia mente corre a chi, quotidianamente, si trova ad affrontare il mondo su quelle ruote. Sole, neve e pioggia, mi fanno immaginare quanto rare siano le giornate favorevoli ad un uscita, fatto per noi normale e rilassante magari.
Penso a quanto il mondo sia mutevole a seconda degli occhi che lo contemplano. Sto cambiando il mio punto d’osservazione lentamente e, non so, se ne sono del tutto consapevole.
Alla fermata del tram ci fanno notare come ci risulterebbe impossibile prenderne uno qualsiasi, manca il gradino del marciapiede per arrivare all’altezza della pedana. In poche parole, non ci viene garantita la parità, siamo bloccati lì. Guardiamo altri salire. Esterefatti, amareggiati, sconsolati e feriti. Subito penso a quanto poco costerebbe in termini economici risolvere la situazione in quella fermata. Manca la volontà, la sensibilità, non c’è altra spiegazione. Fa male ammetterlo e non posso fare a meno di sentirmi in parte colpevole.
Proseguiamo con il nostro giro. Incontriamo negozi che all’entrata presentano scalini o pedane impraticabili. In una libreria è a disposizione dei clienti in carrozzina un servoscala, ovviamente non mi tiro indietro, lo voglio provare. Mi accorgo subito che è uno strumento poco pratico, non sarei mai riuscita a salirci senza l’aiuto della gentile commessa che ha dovuto spiegarmene il funzionamento prima, e poi, aiutarmi a preparare il tutto per la discesa. Metto il freno, premo il pulsante e comincio a muovermi. Il primo mezzo metro è un esperienza surreale, sollevata da terra con gli occhi di tutti addosso, mi domando se non ci siano altri modi, sembra di essere trasportati da un muletto, come degli scatoloni. Provo a ripetermi con insistenza che è meglio di niente, non riesco a trovare consolazione in questo, mi giro a guardare Paolo. Lui non può scendere, la sua carrozzina è troppo pesante. Arrivo a destinazione ma, dove dovrei scendere, c’è un intralcio: un mobile che me lo impedisce. Dunque sono costretta a scendere all’indietro, da dove ero salita. Tolgo il freno e lentamente spingo indietro la carrozzina. Un attimo e sono a terra, gambe all’aria e schiena sul pavimento. Non mi sono fatta nulla. Lo scivolo della pedana era leggermente staccato da terra e questo ha causato il mio ribaltamento. Tutti si preoccupano per me e accorrono, molti non sapevano del mio stato reale. Intorno a me un bailamme apprensivo. Io mi alzo da sola, immediatamente, a me le gambe funzionano e non ho bisogno di aiuto. Non riesco ad ascoltare o a rispondere a nessuno lì per lì. Estraniata da tutto e da tutti riesco a pensare solamente a chi, nel mio caso, non avrebbe potuto rialzarsi, appoggiare un piede per evitare di sbattere violentemente a terra. Questo pensiero e le emozioni annesse mi accompagneranno durante ogni movimento su quella carrozzina per tutti gli spostamenti successivi in modo assillante. Risalgo alla stessa maniera al piano superiore, con il cuore gonfio d’angosce ed una rinnovata coscienza.
Proseguiamo nuovamente. Sulla nostra strada ci imbattiamo in chiese con porte pesantissime che non riusciamo ad aprire senza l’aiuto di qualcuno. Passaggi pedonali e marciapiedi che finiscono nell’assenza di scivoli o, peggio ancora, nel bel mezzo di cantieri a dir poco datati.
Entriamo anche in un supermercato, passando fra le corsie dobbiamo spostare alcune ceste di offerte che impediscono il passaggio. Eppure la cosa più stupefacente ci capita alla cassa. Paghiamo e ci accorgiamo che Paolo con la sua carrozzina elettrica non riesce a passare, transito troppo stretto. E’ tristemente costretto a tornare indietro per uscire dall’entrata, ripercorrendo in modo inverso l’intero supermercato. Lo guardiamo impotenti in quel suo itinerario solitario, con amarezza e stupore. Com’è possibile che queste cose non vengano calcolate in fase di costruzione?
Il nostro percorso continua, ormai abbiamo perso il conto degli esercizi commerciali dove non riusciamo ad entrare per un motivo o per un altro. Librerie, tabaccai, parrucchieri, gioiellerie, fiorerie, bar e negozi d’abbigliamento. Alcuni di essi sono franchising aperti da poco in città. Occasionalmente i commercianti ci dicono che hanno delle pedane, per lo più in legno, spesso inadeguate e pericolanti, ma sono comunque pochissimi. In rari esercizi commerciali ed edifici si riesce ad entrare senza alcun problema, magra consolazione.
Rifletto un momento, mentre osservo 18 cm di scalino all’entrata di un nuovissimo negozio di intimo, penso che lo shopping in carrozzina sia praticamente impossibile e inattuabile. Ribollisco di rabbia, mi angoscio e il mio sguardo continua a cadere su innumerevoli ostacoli. Sto acquisendo un a visione critica, penso che non guarderò più con gli stessi occhi queste vie del centro. Sono indignata, esasperata e contrariata da tutto questo.
Intravedo all’interno di un negozio, le commesse sorridenti e i clienti indaffarati fra gli scaffali, mi indispettiscono e mi irritano. Il mio umore non è più lo stesso di quando partimmo da casa di Paolo, non muovo più le dita dei piedi inconsciamente. Non sorrido più, nemmeno istintivamente. Qualcosa mi ribolle dentro, fra lo stomaco e i polmoni sento un peso che non è più il fiatone della prima salita. Mi accorgo che scuoto spesso la testa involontariamente, la mia disapprovazione si è fatta palese.
Giunge il momento di alzarsi da quella carrozzina. Non riesco a farlo con la stessa leggerezza con la quale mi sedetti poche ore prima. Durante quel brevissimo gesto sbircio verso Paolo e penso a quanto debba fare male vedere che noi ci alziamo, quantomeno ferisce me, che posso farlo. Non so se sia vergogna, dolore o semplicemente un affetto enorme verso di lui, sicuramente rafforzato dalla comprensione e dall’esperienza fatta. Poco dopo, il mio sorriso è tutto per lui, unitamente ad un grazie enorme e permanente. Mi ripeto “non finisce qui”, me lo prometto e riprometto.

11 commenti:

  1. Ed a Scalea si ripetono gli stessi errori.
    Pensate che, i marciapiedi appena terminati, all'altezza dei semafori (quest'ultimi continuano a non funzionare) non è stata fatta la rampa. E parliamo di attraversamento pedonale di corso Mediterraneo - ss18 - strada che in questo periodo è trafficatissima. Ma i nostri signori amministratori è possibile che non si rendono conto di tutto ciò? Eppure sono tutti laureati! Ingegneri, Avvocati, professionisti del turismo... e tant'altro!!
    Ma tutto questo studiare non vi è proprio servito ad un cazzo!!! Peccato i soldi spesi dai vostri genitori!! Ci vorrebbe proprio un sano scoppolone "dietro il cuzzietto".
    Vabbè scusate lo sfogo... ma quando ci vuole!
    Il Presidente di W Scalea Vincenzo Pugliese+

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  2. Ah se quel "sano scoppolone" te lo tireresti sul muso prima di parlare!!! Ci sono sottopassi ed ascensore che stiamo riportando alla civiltà! E meno male che su altri commenti del vostro sito vi erano anche segnalazioni che suggerivano di transennare tutto per impedire il passaggio della ss. 18! Fai pace con il cervello, e prima di parlare, e come al solito giudicare, rifletti! E la rotatoria come la facciamo se ci rimettiamo le strisce?? Il sottopasso sarà ripristinato completamente, e gli ascensori resi funzionanti, poi voglio vedere se sarai altrettanto abile a scoppolonare chi andrà a distruggere tutto di nuovo! O anche lì sarà colpa dell'amministrazione? Poveri noi..

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  3. Ho sempre segnalato alle amministrazioni precedenti il problema inerente alle barriere architettoniche, ma siccome quando si sale nelle stanze a via Plinio il Vecchio l'onnipotenza pervade i neuroni cerebrali,nulla può la segnalazione dei cittadini essere almeno ascoltata. Ora è un pò presto per segnalare all'attuale assessore questo problema cronico, ma siccome è venuto alla nostra attenzione provo a riassumere gli elementi necessari:la virtù indispensabile per ogni operatore è la umiltà, detto questo secondo me è necessario che ,si percorra con una sedia a rotelle manuale e si tracci un percorso utile dal mare alle farmacie, ai bar, ristoranti, pizzerie, isole verdi, ambulatori medici, veterinari,attraversamenti pedonali o sottopassi, uffici pubblici, scuole, tribunale ,polizia, guardia di finanza, carabinieri, stazione fs,negozi ecc.Poi anche i condomini si devono adeguare alle normative all'abbattimento delle barriere architettoniche, e il comune lascerà l'abitabilità solo quando queste norme sono rispettate.Naturalmente per la nuova amministrazione è un pò presto per parlarne, ma visto che si è sollevato il problema cronico ne ho approfittato per farvi sentire il mio pensiero. cordialmente franco celano

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  4. Per l'amministratore anonimo:
    1) transennare significava organizzare i pedoni e far defluire il traffico in modo civile e ordinato attraverso semafori e strisce pedonali nei vari incroci, e non chiudere le strade.
    2) Che significa se ci facciamo le strisce come facciamo a fare la rotatoria? Per ora si fanno le strisce ( almeno quelle, anche dei rallentaori acustici e delle segnaletiche intimanti multe ecc.) e poi se un esperto reputa necessaria la rotatoria si farà. (sempre se riuscite a farvi venire in mente un modo per procurarvi i soldi per i lavori, altrimenti vista la situazione delle casse comunali addio rotatoria!)
    3) infine, come sarebbe a dire che Vincenzo deve andare a guardare che i vandali non distruggano i sotto passi e l'ascensore che andrete a mettere in funzione? Li avete fatti 10 anni fa e li avete abbandonati adesso sono diventati un urinatoi pubblico, e se anche domani riuscirete a metterli a posto avreste fatto solo la metà del vostro lavoro. Naturalmente i vandali li romperanno ma questo succede perchè chi dovrebbe non da il buon esempio. Si sono sempre fatti lavori incompleti e poi abbandonati, mai finiti e sempre distrutti! Vedi: ex ospedaletto, ospedale, aeroporto, piscina, ne volete ancora?
    Comunque se volte che Vincenzo vada a controllare tutti i siti abbandonati e incompleti mandategli un email magari ci va dopo il lavoro, l'associazione, la famiglia, ecc.
    di Luca Grisolia.

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  5. solo una parola:Calma.
    Non deve farsi in modo che dibaditti "coloriti" e dissapori spostino l'attenzione dal problema vero: l'impossibilità per chi è diversamente abile (rectius super-abili) di condurre una vita dignitosa.
    I miracoli li lasciamo ai Santi ma per questo problema basta la volontà. Il peggio è che proprio le opere più nuove vengono concepite già carenti e illegali (nel senso di non conformi).
    Quindi siamo tutti dalla stessa parte. Segnali di buona volontà gli attualiali amministratori li stanno dando ma devono convivere con il loro stato di uomini politici e personaggi pubblici. Sono comprensibili l'animosità e il coinvolgimento emozionale.
    L'importante è che si diano segnali di civiltà e si permetta di avere una vita dignitosa a tutti.

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  6. Gentile anonimo,
    mi dispiace se con parole un pò "colorite" posso esser stato offensivo nei tuoi confronti, e di questo ne chiedo umilmente scusa. Ma sai, il mio sfogo parte da un vissuto! Ti racconto... ascolta.
    Due sere fa, con mia moglie e mio figlio in passeggino, mi accingevo ad attraversare corso Mediterraneo all'altezza dei semafori. Un bimbo di Scalea con la sua mamma dinanzi a noi provava a far lo stesso. Dico provava,perchè davvero con grande difficoltà, la madre tra pedoni distratti ed automobilisti irrispettosi, "saltava" il grosso scalone!
    Domanda: se ci fosse stata una rampa e magari un semaforo funzionante, probabilmente il tutto sarebbe risultato più semplice? E credimi mi si è stretto il cuore nell'assistere alla scena appena descritta. Ed allora, ben vengano i sottopassaggi, gli ascensori, le rotatorie ed i semafori funzionanti, tutto il necessario per vivere meglio e soprattutto con dignità. Certo, capisco le difficoltà oggettive e di attuazione ma non nascondiamoci dietro atti vandalici! Purtroppo, la madre degli ignoranti è sempre in cinta!
    Quindi, caro amico mio, non ti incazzare non c'è motivo. Quello davvero incazzato è il bimbo costretto a vivere sulla sedia a rotelle che, impossibilitato, non puo nemmeno urlare la sua indignazione.
    Mi auguro che, la prossima volta che scrivi su W Scalea, tu non sia più il "caro anonimo" ma una persona con nome e cognome con cui confrontarsi e scambiare civilmente ed in pace idee ed opinioni.
    Per concludere con una nota di umorismo.... il tormentone dell'estate 2010 è.................. W LO SCOPPOLONE
    Cordialmente Vincenzo Pugliese.

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  7. Gennaio 2169!!
    "E' stato scoperto nel DNA umano il gene della stupidità" da oggi verrà estrapolato e distrutto da tutti i nuovi nati.
    Questo sarà sicuramente il titolo dei quotidiani fra 150 circa "spero", e solo con questa scienza si potrà risolvere il problema dell'essere umano.
    Quanto Vincenzo si incazza fa bene... noi poveri mortali ancora con il gene incorporato, siamo troppo stupidi da poter sconvolgere (nel giusto... forse) una una decisione dell'Amministrazione Comunale. A loro forse, quando entra in municipio, il gene gli si blocca e non produce più effetti collaterali nel cervello.
    Beati voi che non avete a che fare con i problemi quotidiani di noi poveri cittadini (con gene)che lottiamo tutti i giorni per andare avanti, e dobbiamo pure sentire fesserie gratis! (anzi proprio gratis no, le tasse comunali li paghiamo.....).
    W lo scoppolone.
    ms.

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  8. ....."Il sottopasso sarà ripristinato completamente, e gli ascensori resi funzionanti"
    QUANDO? Forse il responsabile dei Lavori Pubblici doveva già farlo qualche anno fa.( è sempre la stessa persona !) Gli atti vandalici possono essere anche evitati, nel caso della Piscina Comunale erano stati già annunciati, non è stato fatto niente prima e dopo, ora stiamo aspettando qualche altro squarcio? Nel caso in cui venga (sottopasso) ripristinato il tutto, rendiamolo visibile, mancano indicazioni, pulizia, aggiungiamo qualche vigile per il primo periodo di utilizzo, chiudiamolo in orari notturmi. (per me è pura utopia ma sembre pronto a ricredermi) .....w lo scoppolone Riccardo

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  9. vorrei informarvi che ancora 7 giorni fa l'ascensore del sottopasso non era funzionante.inoltre il sottopasso lo abbiamo usato solo mio marito,mio figlio ed io...forse sarebbe il caso di invitare la gente ad utilizzarlo?magari all'ingresso ci mettiamo uno dei tanti ausiliari del traffico che nascosti aspettano l'automobilista che si allontani per multarlo?molte volte mi chiedo se chi potrebbe rendere più vivibile questo paese viva con la sua famiglia da altra parte..magari altro paese,altro pianeta e certi problemi non gli appartengono.giovanna

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  10. Caro vincenzo che ci fai con lo scoppolone???
    per quello che succede a scalea ci vuole il mitra,
    rispetto???per chi??? i nostri amministratori non hanno e non hanno mai avuto rispetto neanche per se stessi figuriamoci se possono averlo per gli altri,non vedi come sono in basso???gente senza morale ed etica..........gentaglia per meglio dire e tu pensi di svegliarli??
    A tutti gli scaleoti resta solo la lotta civile senza mezzi termini,ne fantasie.............
    Scalea e' stata distrutta e continuano a distruggerla
    e tu mi parli di scappellotti????e che ci fai non vedi che faccia tosta hanno??
    Scusami ma credo sia giunta l'ora di dire basta!!!

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  11. Mmu ppe'lu medicu e mmu ppe la mammana,
    sempre a la casa mia la spezaria....
    prim'u punente,e mu la tramuntana,
    a ssu Cumune,o Dio chi porcaria!
    O populu chi si natu cecatu,
    ppecchi u li vo rape s'occhicelli...
    u llu vidi cumu si marturiatu,
    e si rimastu senza quazunelli......

    TRADUZIONE:
    Ora per il medico e ora per l'ostetrica
    sempre a casa mia la miseria...
    prima il ponente ed ora la tramontana
    a questo Comune (municipio) oh Dio che porcheria!
    O popolo che sei nato cieco
    perche' non vuoi aprire gli occhi...
    non vedi (non ti accorgi)come sei martorizzato
    e sei rimasto senza mutante.......

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