martedì 6 luglio 2010

L'ACQUA DEL RUBINETTO E' DAVVERO BUONA?


L’ACQUA DEL RUBINETTO È BUONA, MA NON CI FIDIAMO

Massimo Labra, Maurizio Casiraghi (fonte sito altroconsumo)


L’acqua che beviamo è davvero potabile? Chi la controlla e che caratteristiche ha l’acqua che fuoriesce dai nostri rubinetti? L’Italia è un Paese ricco di risorse idriche, nonostante questo gli italiani sono tra i maggiori consumatori al mondo di acque in bottiglia.

Gli ultimi dati parlano di oltre 13 miliardi di litri di acque in bottiglia consumati nello scorso anno, provenienti da oltre 180 fonti distribuite sull’intero territorio nazionale. Il giro di affari stimato è pari a 2,5 miliardi di euro annui.
Cosa guida la scelta del consumatore? Il gusto, la pubblicità o la diffidenza verso l'acqua del rubinetto ? Da una ricerca condotta dallo ZooPlantLab dell’Università di Milano Bicocca emerge come la popolazione italiana sia poco informata sui controlli e sulle caratteristiche delle acque potabili e come spesso sia la paura a guidare le scelte dei consumatori.
In questo articolo vengono fornite ai consumatori maggiori informazioni relative alla qualità dell’acqua del rubinetto, grazie anche ad un confronto tra le diverse tipologie di acqua disponibili in commercio. Sia quelle in bottiglia, sia l’acqua potabile distribuita dagli acquedotti (acqua destinata al consumo umano) sono controllate con periodicità secondo precise direttive legislative.
E’ il Decreto Legislativo 31 del 2001 che disciplina quali debbano essere i controlli e i valori di parametro per le diverse sostanze solubili presenti. L’acqua delle nostre case viene prelevata ed analizzata nei punti di prelievo, a livello degli impianti di adduzione, di accumulo e di potabilizzazione e lungo l’intera rete di distribuzione. I controlli sono di competenza sia dei gestori dei servizi idrici, sia dell’Azienda Sanitaria Locale.
In base ai dati forniti da numerosi acquedotti italiani, relativi ai controlli chimici e microbiologici eseguiti periodicamente, si evince che l’acqua potabile in Italia è generalmente di elevato livello qualitativo. Le informazioni vengono confermate dalle ASL di competenza. Nonostante questo, rimane negli italiani un senso di insicurezza e di preoccupazione verso l’acqua che scorre dai rubinetti. Alla base di tale preoccupazione vi sono talvolta problemi concreti come il malfunzionamento della rete di distribuzione in alcune città italiane o l’esistenza di deroghe che permettono la distribuzione dell’acqua anche se vi sono valori fuori parametro. In molti casi, tuttavia, il consumatore ha dei preconcetti e questo è stato dimostrato ampiamente dai test di degustazione eseguiti in occasione della recente Giornata Mondiale dell’Acqua (22 Marzo) in numerose piazze italiane da Legambiente Lombardia e dall’Università di Milano Bicocca. Nell’ambito di questi test venivano offerte al consumatore 4 differenti tipologie di acqua: due derivanti da acqua bottiglia (una gassata ed una liscia) e due acque di fonte prelevata dalle fontane cittadine, una delle quali addizionata con anidride carbonica. Al termine del test di degustazione veniva richiesto di riconoscere l’acqua di fonte da quelle in bottiglia e nella maggior parte dei casi il consumatore non superava la prova, non riuscendo a distinguere l’acqua di rete da quella in bottiglia.
Da questa semplice indagine possiamo concludere che non è il gusto a dettare la scelta del consumatore verso una determinata tipologia di acqua.. E’ invece frequente la preoccupazione che la propria acqua sia dura o contaminata da composti chimici, senza tuttavia avere alcuna informazione analitica in merito.
Sulla base di queste considerazioni il nostro gruppo di ricerca ha dedotto che il mezzo migliore per far conoscere agli italiani le caratteristiche dell’acqua del proprio rubinetto fosse quello di fornire loro uno strumento per analizzarla di persona. E’ nato così ImmediaTest - acqua ((www.immediatest.com), il kit fai-da-te che permette di analizzare sei tra i più importanti parametri di qualità dell’acqua potabile: durezza, pH, contenuto di solfuri, cloruri, nitrati e nitriti. Il kit è semplice in quanto si basa su strisce indicatrici colorimetriche, capaci cioè di cambiare colore in presenza delle diverse sostanze disciolte in acqua. L’utente può immergere le strisce indicatrici nell’acqua che desidera analizzare e verificare con una semplice scheda di lettura, quali siano le sue caratteristiche.
ImmediaTest – acqua è certamente un sistema di analisi semplificato, privo di valore legale, ma fornisce al consumatore le risposte che cerca e una maggiore sicurezza verso l’acqua del proprio rubinetto. Questo kit è diventato il primo prodotto di uno Spin-off dell’Università di Milano Bicocca (FEM2 - Ambiente srl) che si occupa di tutela ambientale e biodiversità. FEM2 - Ambiente commercializza anche un kit didattico utilizzato per l’educazione ambientale (info@immediatest.com) nelle scuole e associazioni (ImmediaTest - acqua EDUCATION) e sta realizzando nuovi sistemi diagnostici per valutare altre caratteristiche dell’acqua potabile (www.immediatest.com).

* Anticipazione da Consumatori, Diritti e Mercato n° 2/2010

Facciamo il test?

di wscalea (il direttivo)

5 commenti:

  1. Dovremmo organizzarci e fare delle analisi mirate. Fontane con acqua corrente, abitazioni (nuove e vecchie) nelle varie zone, ecc. Bisognerebbe poi confrontare i valori (con le dovute approssimazioni) con quelli ufficiali per vedere se e dove ci sono problemi, anche piccoli.
    Potremmo fare una colletta.
    Io sono disponibile.
    Luca Bloise

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  2. Bisogna chiedere un preventivo ad un laboratorio di analisi. Poi basterà prendere 4 campioni di acqua dai rubinetti delle nostre case e il gioco è fatto. Domani chiederò un preventivo!

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  3. Dott/ssa Angelina D'Alessandro-BIOLOGO9 luglio 2010 alle ore 15:52

    Il decreto legge n°31 del 2001 obbliga i gestori degli acquedotti (in Calabria,quasi tutti i gestori sono gli stessi Comuni)ad effettuare controlli interni (VERFICA INTERNA ovvero Controllo di routine))e di rendere noti i risultati analitici agli utenti che pagano l'acqua distribuita dai gestori stessi.La regola vuole che il certificato delle analisi effettuate sia esposto nella bacheca comunale o dell'ente gestore.
    Non occorre pertanto nessuna colletta,si tratta di rivendicare un diritto del cittadino e l'osservanza della legge sulla trasparenza.Serve pertanto avere solo un po' di coraggio e chiedere,per iscritto ,di esporre al pubblico i risultati delle analisi fatte a garanzia del diritto dell'utente che regolarmente paga.
    Se servono maggiori delucidazioni sono a vostra completa disposizione.dott/ssa Angelina D'Alessandro

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  4. Grazie dottoressa,
    la terremo presente anche per altre "indagini" ambientali che abbiamo in programma, se vorrà consigliarci.
    Intanto andiamo a verificare che questi dati non siano effettivamente esposti sull'albo comunale.
    Se mancano faremo una richiesta scritta.
    Oracolo di Melfi: "io so di non sapere"

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  5. dott Angelina D'Alessandro9 luglio 2010 alle ore 19:01

    Per qualsiasi tipo di indagine ambientale sono a vostra completa disposizione.
    Cordiali saluti

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