venerdì 11 maggio 2012

LO SPORT NELLA STORIA DI SCALEA


di Osvaldo Cardillo
E' da tempo che raccolgo foto e materiali e adesso è arrivato il momento di uscire da un mondo di emozioni, di ricordi e di sogni per tentare di dare agli altri quello che ho provato e provo io quando parlo del calcio del mio paese, quello antico, su cui si sono intrecciate mille storie e personaggi diventati leggendari, e quello più evoluto che ha dato i natali a ragazzi che hanno giocato a calcio davanti a platee nazionali. Le intenzioni di pubblicare un libro del centenario nasce da tempo e presentarlo in questo anno è diventato un impegno che voglio rispettare per me e per gli Scaleoti; le persone con cui condivido questo lavoro e io abbiamo l'idea che quello che facciamo sia un percorso storico e sociale che dal calcio passi oltre per attraversare un secolo di memoria e di vita. Il prof. Ciro Cosenza, storico e scrittore, Sandro Pepe, Antonio Scoppetta, memoria del nostro calcio, Enzo Greco e Gigi Fazio sono i miei compagni di viaggio. La grafica, l'impaginato e la rivisitazione dell'apparato iconografico sono affidate alla Gridei di Deidda e Grisolia mentre eventuale altro materiale iconografico, oltre a quello già prodotto, sarà fornito da Antonio Perrone e Pino De Biase. Queste informazioni che possono sembrare banali danno l'idea che l'appartenenza al progetto è fondamentale per la passione che ci deve accompagnare in questo viaggio lungo il quale desideriamo che il paese ci stia vicino. Partendo dalle origini, e le foto diventano una importante chiave di lettura, cercheremo di dare tutti gli elementi cronologici possibili, ma il nostro scopo principale è quello di rivivere i momenti più emozionanti di un percorso unico di un paese con circa tremilacinquecento persone che ha dato tanti calci dietro a palle o palloni fatti anche di carta, di pezza o di spugna ricavate dalle ruote piene, andate in disuso, di alcuni vecchi camion della società "Argentino". Presenteremo i calciatori resi famosi da una carriera speciale dando lo spazio necessario alle loro imprese, come è ovvio che sia, ma il coro di tutti i ragazzi che a Scalea hanno giocato a foot-ball come diceva un mitico personaggio del nostro viaggio, diventa di notevole importanza per il nostro lavoro. Andremo alla ricerca dei campetti su cui si è giocato perché sarà più facile contestualizzare le storie per la storia. I personaggi dei nostri racconti sono tanti ma mi pare giusto anticipare qualche nome, molti dei quali non ci sono più e a cui chiediamo con le loro anime di partecipare a questa bellissima favola del nostro paese alla quale hanno dato un apporto unico e colmo di grande passione. Luigi e Silvio Barbarello e Antonio Scoppetta sono e saranno con noi e tutti quanti assieme e per questo libro saremo sul campo "centrale", come dicevano Ameri e Ciotti alla radio, con Peppino Cardillo, Ezio Pepe, Giovanni Russo, detto Sbrana, Umberto Ferrara, Ciccio Ciaccio, Carmelo Valente e tutti gli altri che non riusciamo a menzionare in questo breve testo. Tutti a palla al centro, come ricordava sempre Alfonso Giordanelli, con noi il giorno della presentazione di questo lavoro. Nella circostanza dobbiamo tenere in mezzo a noi altri due personaggi indimenticabili: Don Carmelo Giordanelli e Nicola Corcione. I nostri Griot, i cantastorie, quelli che hanno riempito la vita dei ragazzi a cui hanno raccontato il calcio e non solo. Grandi conoscitori del foot-ball tutti e due con caratteristiche diverse: finissimo personaggio, con l'animo del dirigente il primo; tattico e allenatore e grande motivatore il secondo. Chiudo questo intervento ricordando due presidenti del passato, i medici Ottavio La Terza e Dario Bergamo e un altro, sempre del passato, ma più recente, Franco Zito della Talao.

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