Di Monica De Carlo
(fonte www.altalex.it)Si sa, i cetrioli tendono ad essere abitudinari.
Non smentisce tale rituale la Corte di Cassazione che ha stabilito che l’errore del commercialista non salva il contribuente. Infatti la Cassazione penale , sez. III, sentenza 08.05.2012 n° 16958 ha statuito che l'affidamento ad un commercialista del mandato a trasmettere per via telematica la dichiarazione dei redditi alla competente Agenzia delle Entrate non esonera il soggetto obbligato alla dichiarazione dei redditi a vigilare affinché tale mandato sia puntualmente adempiuto.
Nel caso specifico il contribuente era stato condannato ad un anno e due mesi di reclusione dalla Corte di Appello di Roma per aver omesso di presentare le dichiarazioni IVA in due diversi anni di imposta.
La Corte di Cassazione ha ritenuto che ricorrere alle prestazioni di un commercialista non giusitifica la mancata vigilanza del contribuente obbligato alla dichiarazione dei redditi, sul puntuale adempimento da parte del professionista.
Nel caso specifico il contribuente era stato condannato ad un anno e due mesi di reclusione dalla Corte di Appello di Roma per aver omesso di presentare le dichiarazioni IVA in due diversi anni di imposta.
La Corte di Cassazione ha ritenuto che ricorrere alle prestazioni di un commercialista non giusitifica la mancata vigilanza del contribuente obbligato alla dichiarazione dei redditi, sul puntuale adempimento da parte del professionista.
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