venerdì 14 ottobre 2011
RANDAGISMO
Una delle promesse fatte alla città di Scalea che attende ancora di essere mantenuta riguarda la soluzione del problema del randagismo. A parte qualche convenzione e qualche contributo ai volontari operanti sul territorio, la questione resta priva di una soluzione radicale. La scorsa estate ha visto protagoniosti assoluti i branchi di cani randagi. Il problema si è acuito anche a causa dei rifiuti che hanno stazionato per settimane sulle strade. Ebbene, all'epoca si era aperto un piccolo dibattito sulle competenze. Nel senso che "qualcuno" ha "autorevolmente" sostenuto che il problema del randagismo compete alla ASP e non all'ente Comune.
Di seguito potrete vedere come la Corte Suprema di Cassazione ha risolto la "querelle"
"La Corte di Cassazione torna ad occuparsi di responsabilità per i danni cagionati da cani randagi[1], affermando il seguente principio di diritto: “i compiti di organizzazione, prevenzione e controllo (anche) dei cani vaganti (siano essi “tatuati, e cioè scomparsi o smarriti dai proprietari, ovvero “non tatuati”) spettano (pure) ai Comuni (…) tenuti anch’essi, in correlazione con gli altri soggetti pubblici (e non) indicati dalla legge, ad adottare concrete iniziative e assumere provvedimenti volti ad evitare che animali randagi possano arrecare danno alle persone nel territorio di competenza”.
Ancora una volta, il punto cruciale della vicenda riguarda l’individuazione dei soggetti tenuti alla prevenzione ed al controllo del fenomeno del randagismo, nei confronti dei quali la parte danneggiata può legittimamente avanzare le proprie pretese risarcitorie.
Con il principio anzidetto, la Corte riprende e sviluppa ulteriormente le conclusioni già espresse in materia con la sentenza n. 10190/10, confermando l’impostazione in base alla quale devono considerarsi responsabili in via solidale dei danni da randagismo sia la ASL territorialmente competente che il Comune.
Entrambi i soggetti, infatti, sono destinatari di obblighi specifici di prevenzione e controllo del randagismo, previsti dalla legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo n. 281/91 e dalle singole leggi regionali di attuazione.
(Altalex, 8 settembre 2011. Nota di Giuseppe Donato Nuzzo) "
A questo punto dunque, non dovrebbero esserci più dubbi: Il Comune ha l'obbligo di occuparsi del problema del randagismo al pari della ASP. L'estate è finita, abbiamo davanti tutto l'inverno per poter evitare di arrivare alla prossima stagione con le strade dominate letteralmente dai randagi, ciò nell'interesse sia degli animali che delle persone.
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Grazie per l'articolo che ricorda come il problema randagismo è un problema grosso, che provoca molti disagi. Come ricorderete cerco di occuparmi di educazione dei proprietari dei cani, per fare in modo che diminuisca l'abbandono, che è poi quello che fa aumentare il randagismo. Peccato che da parte del Comune mi sia stato risposto che dei cani e dei loro proprietari non frega niente a nessuno, che un'area sgambamento cani non serve a niente e che ben altri sono i nostri problemi. Putroppo (per loro) non è così. Torno a ripetere che se i proprietari di cani vengono messi nella condizione di non poterli neanche portare a passeggio perchè dà fastidio a tutti che i cani facciano le loro "cose" sui marciapiedi e nelle aiuole, di non poterli portare con loro nei negozi, di dovere subire gli insulti (come è successo alla sottoscritta) di persone a cui i cani danno fastidio, allora si arriva all'abbandono, e quindi al randagismo. Il randagismo è un problema del Comune fino ad un certo punto, è un problema di ogni singola persona che ha un animale a casa, e che è tenuto a fare in modo che non scappi e non faccia cucciolate indesiderate. Più che un problema solo comunale, è un problema comunitario (nel senso di comunità di proprietari di cani). Il Comune invece può e dovrebbe pensare non soltanto a combattere il randagismo ma anche a fare prevenzione: finchè non si capisce questo, è praticamente una battaglia persa.
RispondiEliminaDott.ssa Anna Spizzirri - medico veterinario libero professionista - SCALEA