Di Monica De Carlo
Il 29 dicembre presso il Club Village Santa Caterina a Scalea Antonio Cotrone ha presentato due libri: Serenata pa Scalia” e “Piccola grammatica scaleota”.
Detto così sembra un “pizzoso” evento per pochi nostalgici. Invece chi ha avuto la fortuna di partecipare ha avuto modo di arricchirsi ed emozionarsi.
Magistralmente organizzata dall’editore Osvaldo Cardillo la serata ha condotto per mano i presenti attraverso un sentiero culturale incredibile.
Lo storico d’arte Luca Attenni ha illustrato in modo semplice le origini archeologiche di Laos, lasciando alla fine del suo intervento, aleggiare un alone di mistero sull’anello mancate: il periodo greco e facendoci capire che è ancora tantissima la storia antica da scoprire sulla nostra città.
Simpatico ed affascinante l’intervento del prof. Vacchiano che ha dato una spiegazione, fra le tante cose, dell’origine del nome Scalea. Noi tutti siamo convinti che il nome della nostra città derivi dalla costruzione “a scale” del paese antico. Invece il professore ha fatto notare che il centro storico è di origine medioevale mentre il nome Scalea è molto più antico. Secondo il professore Vacchiano Scalea, antico porto bizantino, deve il suo nome proprio a quella dominazione e che nella originaria lingua bizantina, Scalea voleva dire “porticciolo”. Illuminante!.
Non è stata da meno la prof.sa Stummo, che ci ha deliziati con una breve lezione di fonetica del nostro dialetto.
Il liceo scientifico Metastasio è stato presente con il prof. Sangiovanni e la studentessa Valente che ci hanno a loro volta fatto ascoltare un gioco che i nostri nonni facevano per far star quieti i bambini oltre a farci scoprire che sono tantissime le iniziative e i talenti dei nostri giovani conterranei..
Il momento più emozionante si è poi consumato con la lettura da parte del nostro Totonno Cotrone di due poesie.
Mi scuso per l’approssimazione della mia cronaca. Certamente l’evento avrebbe meritato una recensione dettagliata e approfondita. Purtroppo il tempo è tiranno e nemmeno si ha la presunzione di “sfornare” un capolavoro giornalistico.
Ciò che invece mi preme dire è che le opere di un uomo dello spessore di Antonio Cotrone fuse con l’esperienza e le capacità di Osvaldo Cardillo, mi hanno regalato una serata che mi resterà nel cuore per sempre.
Tornando a casa, pur essendo una scaleota da generazioni, ha sentito prepotentemente e per la prima volta nella mia vita un forte senso di appartenenza ad una terra e ad un popolo.
Grazie infinite.
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