Nei giorni scorsi si è svolta a
Scalea, come in tutta Italia, la manifestazione della Protezione civile “Io
non rischio”.
Tale
campagna, dedicata alla cultura della prevenzione, si è svolta con la collaborazione del Comune di Scalea che ha
aderito prontamente.
La
prevenzione in molti casi è l'unico, o il più valido strumento che ha l'uomo per difendersi da eventi
naturali che alcune volte danno esiti catastrofici.
Io ho
seguito con attenzione l'intero evento visitando anche il sito della protezione
civile che ha messo a disposizione sul portale anche i libretti informativi che
ancora si possono consultare http://www.iononrischio.it/
Detto
ciò è doveroso seguire alcuni consigli che vengono elargiti sui
suddetti libretti che sono importantissimi e meritano la giusta attenzione e
cioè :” L’Italia è un Paese interamente sismico, ma il suo territorio è classificato in zone a diversa pericolosità. Chi costruisce o modifica la struttura della casa è tenuto a rispettare le norme sismiche della propria zona,
per proteggere la vita di chi ci abita. Per conoscere la zona sismica in cui
vivi e quali sono le norme da rispettare, rivolgiti agli uffici competenti
della tua Regione o del tuo Comune”;
in
caso di terremoto bisogna raggiungere le aree di attesa previste dal Piano di
protezione civile del tuo Comune che è necessario conoscere, se non si conosce il piano
d'emergenza comunale bisogna pretenderlo!”.
In
autunno la nostra associazione ha richiesto al Comune di Scalea il “Piano d'Emergenza Comunale” in quanto ci siamo resi conto che in caso di calamità naturali quali un maremoto, non così improbabile visto che Stromboli qualche anno fa ci ha
tenuto col fiato sospeso per alcune settimane, i primi ad essere a rischio sono
tutti i giovani studenti del territorio comunale, in quanto le scuole tutte
sono costruite in prossimità dei canali di scolo o vicino al
mare.
Indagando
sul perchè tale piano, pur esistente, non
fosse pubblicato sul sito del Comune abbiamo scoperto che non è attualmente operativo in quanto Organi competenti regionali
e provinciali da anni stanno valutando le aree di raccolta.
Consapevoli
che la prevenzione è l'unica strada, che la stessa
campagna “Io non rischio” è incentrata sulla prevenzione e sulla conoscenza del piano
d'emergenza comunale appare un non senso aderire all'iniziativa pur sapendo
di non averlo e, a mio avviso, è urgente e indispensabile che la cittadinanza sia messa
nelle condizioni di conoscerlo per poter essere preparata in caso di bisogno.
Cristiana
Covelli
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