Per chi
non lo sapesse, in passato a Scalea si produceva energia pulita a costo
zero. Avete capito bene! “U fuoss u mulino” era un corso d’acqua che
attraversava le campagne scaleote e veniva utilizzato, tra le altre cose, per
far muovere le pale di una piccola turbina produttrice dell’energia necessaria
a soddisfare il fabbisogno delle famiglie circostanti l’impianto. Ovviamente,
il progresso ha fatto si che una così piccola produzione fosse soppiantata
dall’arrivo delle grandi compagnie fornitrici capaci con i loro impianti di
rispondere alle richieste consumistiche della vita moderna. Ad ogni modo, il
piccolo esempio citato, seppur con pochi particolari, data anche l’epoca a cui
risale, vuole essere un richiamo alla possibilità di realizzare, oggi con maggior
efficienza che nel passato, impianti che permettano alla collettività di
produrre energia pulita, risparmiando sui consumi e ottenendo benefici di
carattere ambientale di non poco conto.
Il
futuro oggi, a modesto parere di chi scrive, si chiama fotovoltaico. Perché
allora restare indietro? Anche Scalea potrebbe godere, come sta già accadendo
in comuni non tanto lontani da noi, basti pensare all’esempio di Buonvicino,
dei benefici degli impianti fotovoltaici pubblici che, oltre ad essere di tipo
ambientale, sono anche di tipo economico, grazie alla remunerazione di tutti i
KW prodotti attraverso il sistema delle tariffe incentivanti, al risparmio
sull’utilizzo dell’elettricità prodotta e dai ricavi da cessione in rete
dell’elettricità prodotta (il cosiddetto “scambio sul posto”). Tra l’altro,
l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 46/E del 19 luglio 2007 e,
successivamente, con la risoluzione n. 13/E del 20 gennaio 2009, ha precisato che “qualora
un ente non commerciale sia “soggetto responsabile” di un impianto fotovoltaico
di potenza fino a 20 Kw, che per la sua collocazione (ad esempio, sul tetto o
su un’area di pertinenza) risulti installato essenzialmente per fare fronte ai
bisogni energetici della sede dell’ente medesimo, l’immissione di energia in
rete per effetto del servizio di scambio sul posto non concretizza lo
svolgimento di un’attività commerciale abituale e che il relativo contributo in
conto scambio erogato dal Gestore dei Servizi Energetici – GSE SpA non assume
rilevanza fiscale”. È stato puntualizzato, inoltre, che “nell’ipotesi in
cui un ente pubblico non economico, in particolare un comune, risulti “soggetto
responsabile” di più impianti fotovoltaici – ciascuno di potenza inferiore ai
20 Kw - installati ciascuno presso una delle diversi sedi dell’ente per far
fronte ai bisogni energetici delle sede stessa […] gli
stessi non debbano essere considerati cumulativamente quando ciascuno di essi
sia di potenza non superiore a 20 kw e sia destinato, per la sua collocazione
(sul tetto o su un’area di pertinenza dello stesso), a soddisfare le necessità
energetiche di una specifica sede nella quale l’ente svolge la propria attività
istituzionale. Conseguentemente, anche la gestione di una pluralità di impianti
fotovoltaici, aventi le suddette caratteristiche, non costituisce per l’ente
pubblico esercizio di attività commerciale ancorché gli stessi impianti
complessivamente considerati superino la potenza massima di 20 Kw”. In
tutti questi casi, in altre parole, l’immissione in rete – per effetto dello
“scambio sul posto” – dell’energia prodotta da un ente pubblico non è rilevante
ai fini IVA. L’Agenzia fornisce identico parere anche per lo “scambio a
distanza”, che si differenzia da quello “sul posto” perché, nella prima
ipotesi, i punti di immissione in rete non coincidono con quelli di consumo
dell’energia prodotta.
Se il
Comune di Scalea decidesse di installare impianti fotovoltaici avrebbe la
possibilità di ridurre i costi dell’energia elettrica delle utenze comunali, di
ottenere i benefici derivanti dalla vendita diretta dell’energia, ridurre le
emissioni CO2 e sostenere minori costi per la gestione degli impianti
rinnovati. Per gli enti locali, ad esempio, la pubblica illuminazione incide
all’incirca per il 60% sui consumi totali di energia elettrica (fonte GSE –
Gestore Servizi Energetici). In tale contesto, le nuove tecnologie possono
consentire notevoli risparmi: la sostituzione di lampade ai vapori di sodio con
i LED porterebbe a conseguire un risparmio sui consumi energetici stimabile tra
il 50% e l’80%, risparmi che si tradurrebbero conseguentemente in una maggiore
liquidità per l’ente stesso riutilizzabile in altri servizi, quali il
rifacimento del manto stradale ad esempio, ormai disastrato su tutto il
territorio del nostro Comune.
La
situazione economica a dir poco disastrosa del Comune di Scalea indurrebbe a
credere che sia impossibile investire nelle nuove tecnologie fotovoltaiche per
la produzione di energia elettrica e l’ammodernamento della pubblica
illuminazione. In realtà, vi è la possibilità per il Comune di far ricorso al
capitale privato attraverso le
ESCO, ovvero Società
di servizi energetici accreditate
presso l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG). La Esco sostiene il costo
dell’intervento di ammodernamento/efficienza energetica e della gestione di un
impianto, ripagandosi con il risparmio economico prodotto dall’ intervento.
Altra possibilità di ricorrere al capitale privato è quella del Project Financing. In
tal caso, gli interventi innovativi avverrebbero tramite la creazione di una “Società Veicolo o di Progetto” (SPV), selezionata con procedura ad
evidenza pubblica secondo la disciplina del codice dei contratti pubblici
(art.153 del D.lgs 163/06). L’Amministrazione metterebbe a disposizione terreni
o immobili (in particolare parliamo dei tetti delle costruzioni pubbliche)
inutilizzati e improduttivi ottenendo dal concessionario, che si occuperebbe di
costruire, mantenere e collaudare dell’impianto fotovoltaico, introiti
economici a costo e rischi zero. Volere è potere dunque! Lo hanno capito già
molti comuni vicini e lontani dal nostro. Ad esempio, il comune di Buonvicino
ha aderito nel 2012 al “Patto dei Sindaci”, assumendo l’impegno di ridurre entro
il 2020 del 22% le emissioni di CO2 tramite la selezione e l’attuazione di
azioni mirate per l’ottimizzazione dell’efficienza energetica e la promozione
dell’energia da fonti rinnovabili. A Bologna invece è stato avviato un progetto
che ha dato vita alla “Comunità solare”. I comuni che ne entreranno a far parte
potranno proporre ai cittadini di aderire alla Comunità con un contributo
minimo di circa duemila euro. Con la cifra raccolta si costruiranno pannelli
fotovoltaici di ultima generazione su tutto il territorio comunale. Ciò
comporterà enormi sconti in bolletta per il cittadino socio che nel giro di
quattro o cinque anni consentiranno di ammortizzare l’investimento e in seguito
di servissi della cassa collettiva per coibentare il proprio appartamento,
rifare gli infissi e costruire nel proprio condominio un impianto solare
termico. Sono questi gli esempi da seguire per una Scalea più moderna e attenta
al risparmio e all’ecologia.
Francesco
Fazzari
Il fotovoltaico per come si e' fatto in Italia e' stata soltanto una bufala a sostegno di qualche partito con la complicità di aziende " amiche".
RispondiEliminaChiedete al privato che ha fatto l'investimento, vi dirà che è pentito, e ancora non sa delle
cattive notizie che gli cadranno addosso.
Ciò che mi preoccupa del fotovoltaico è lo smaltimento e suo costo
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