sabato 10 marzo 2012

IL CONSIGLIO CHE DO A TUTTI...

Il consiglio che do a tutti è quello di cominciare la giornata con una bella risata (Tiziano Terzani)

Ieri c’è stato il consiglio comunale che doveva far luce sulla questione del porto di Torre Talao, che ormai va avanti dal lontano 1998.

Premesso che io credo che non si possa cominciare un dibattito con un ora di ritardo ed esordire dicendo che: “la seduta si dovrà fare con delle regole e con dei tempi precisi altrimenti non si capirà niente. Ognuno ha 5/10 minuti per esporre i propri quesiti, poi ci saranno le risposte dei tecnici e poi gli interventi delle parti sociali. Il pubblico non potrà intervenire, questo è un consiglio comunale aperto”, ecc.

Insomma il nostro sindaco ha fatto sfoggio di regole e di metodi, ma come può la popolazione fidarsi di tali metodi se la stessa amministrazione, ad eccezione del sindaco, ha avviato e mai portato a termine opere come: aeroporto, ospedale, piscina, ecomuseo, ex- ospedaletto, sotto passi, viabilità, ecc. Come mai nessuno spiega tutti questi fallimenti? IO NON MI FIDO PIU’.
E’ troppo facile dire agli altri come si fanno le cose e poi tu non le sai fare. Come si dice: predichi bene e razzoli male.

Riguardo a questo consiglio, è stato indetto per far luce sulla questione del porto ma nessuno ha spiegato lo stato attuale del progetto e delle operazioni ad esso legate, ad esempio con slide e disegni chiari e semplici. Salvo la croni-storia delle scartoffie fatta dall’arch. Barbarello, nessuno ha detto il perché delle modifiche della forma del porto e come mai ad es. ancora non si sono fatte le prove in vasca. Dove sono le risposte alle domande che il comitato Scalea2020 ha richiesto ormai da tre mesi? Hanno dovuto assumere un avvocato e denunciare diversi uffici della regione per avere le risposte che dovrebbero essere pubbliche ma non lo sono.

Le loro domande sono chiarissime, perché nessuno risponde in modo semplice e comprensibile?

Alla fine tutto si riduce ad una divisione PRO PORTO E NO PORTO. Come al solito si tenta di portare la faccenda ad una mera questione politica. I progressisti voglio il porto a qualunque costo, i commercianti hanno raccolto 1500 firme?!?!? e l’associazione navale, che a dire del loro presidente Remo, vuole il porto, in qualsiasi modo e luogo si faccia, basta che lo si realizzi in tempi brevi. Mentre, i tecnici bio-ambientalisti lo vogliono, ma più piccolo e magari da un’altra parte. L’unico vero intervento comprensibile è stato quello della signora Cotrone Carmelina, che ha detto il suo punto di vista e quello del comitato Scalea 2020 che ha richiesto chiarezza e trasparenza sulla questione.

Infine, il parere della giunta comunale è ha favore del progetto con 510 posti barca. Che fare?


Alcuni paventano la richiesta di un referendum, porto di Talao si porto di Talao no. Secondo me perderebbero i no porto – perché la maggioranza politica che governa il nostro comune ha il potere economico di condizionare le masse, “sa ‘ccata i vot cum a semp fatt”. Questa non è una cosa che può decidere la gente, è una questione tecnica e la deve approvare una commistione di esperti.

Insomma chi vivrà vedrà, io aspetto, con la speranza di un futuro più ricco e più giusto per tutti.

Luca Grisolia

21 commenti:

  1. Commento non rispondente alla realtà. Per fortuna i numerosi intervenuti hanno potuto valutare in tutta autonomia la diversità degli avvenimenti.

    RispondiElimina
  2. Grazie alle osservazioni e agli studi portati avanti dal Comitato Scalea2020 adesso la Società CEM decide di dare corso ad un ulteriore modello matematico bidimensionale che possa tener conto del reale trasporto solido marino.
    Ma scusate: non l'avevano già fatto ?
    Cosa è successo nel frattempo ?
    Allora avevano ragione quelli del Comitato Scalea2020 ?
    Aspettiamo risposte certe anche su tutte le altre osservazioni.
    Quando vi daranno la risposta "aizat j ricch" (alzate le orecchie):sarà quella giusta o vi stanno prendendo in giro un'altra volta?

    RispondiElimina
  3. "La rabbiosa protesta di scalea 2020", ripropone il problema dei conflitti ambientali che si fa sempre più acuto nel tempo della crisi ambientale dell’intero pianeta. Quando le autorità politiche e le forze economiche premono per la costruzione di “grandi opere” che rischiano di sconvolgere i delicati equilibri ecologici e la vita sociale in vaste aree, la popolazione del luogo si sente minacciata, la comunicazione ambientale fallisce e prevale il fenomeno NIMBY.

    L’acronimo NIMBY sta per “Not In My Back Yard” (Non nel mio cortile) e sta a simboleggiare il rifiuto della gente del luogo di vedere violato l’ambiente dove è nata e cresciuta e dove ha costruito il proprio progetto di vita.

    Da decenni, le forze economiche e industriali hanno tentato, supportate da gran parte del mondo politico, di sviluppare una comunicazione sui temi ambientali, basata sullo studio e la valutazione dei possibili rischi per i territori dove si costruiscono impianti industriali o infrastrutture che servono alla “modernizzazione” della nazione, in termini di efficienza dei servizi alle imprese, di facilità negli spostamenti di merci e persone, con aumento della produttività industriale e dello sviluppo economico.

    copiato e incollato da www.newswiki.it

    RispondiElimina
  4. Mi sarei aspettato parole di apprezzamento, che una porzione della società civile avesse sollevato dei dubbi sulla questione porto. Non solo da inesperti ma da tecnici, supportati sì da un pò di cittadini scettici, e che tali sono rimasti.Come se i figli in crescita dicessero sempre ai genitori, si faremo come vuoi tu papà.Credo che ogni buon padre vorrebbe il dialogo anche se a volte alterato.Poi visto i precedenti,come riportato già da Luca Grisolia,sarebbe vostro dovere fugare i dubbi che attanagliano un pò di cittadini che magari sono meno dormienti e che hanno anche votato questa amministrazione.Se ricordate avevo scritto che ritenendo il sindaco una persona nobile ci avrebbe sicuramente ascoltati, e sono a lui grato di questo segno di democrazia, però i miei dubbi sono rimasti e questa è un'altra questione.Forse un giorno i miei nipotini mi porteranno in barca lungo il porto di torre talao , ma io allora avrò cento anni.cordialmente.....

    RispondiElimina
  5. Tratto dal sito da te citato:
    "Associazione Pimby assegna un Premio come riconoscimento a quelle Amministrazioni pubbliche che hanno scelto di realizzare infrastrutture coniugando il rispetto delle regole con il consenso dei cittadini."

    Questo premio non sarà mai assegnato all'Amministrazione di Scalea

    RispondiElimina
  6. il commento di luca è sagace come sempre.
    e' molto probabile che le regole del consiglio comunale siano quelle e secondo me è giusto che per una volta le regole siano state rispettate.
    quello che luca ha notato è che quella che poteva e doveva essere una occasione di approfondimento e chiarimento si è tramutata in un "question time" che non ha fugato i dubbi della popolazione.
    non mi sembra che neppure la scopiazzatura da internet degli articoli sulla sindrome nimby sia pertinente, visto che qui nessuno rifiuta il porto "nel proprio cortile"; piuttosto il porto viene rifiutato "nel proprio salotto", quale la torre talao per Scalea è.
    una proposta la faccio io: perchè il Comitato Scalea 2020 non si fa carico di organizzare il referendum che il Comune si rifiuta di prendere in considerazione?
    si tratterebbe di investire il tempo e la dedizione di 10-20 persone al massimo che si prestino, in una prossima domenica di primavera, ad organizzare dei banchetti in punti strategici (ad esempio, davanti alla scuole e vicino ai semafori) e recepire l'opinione dei soli residenti, che si presenteranno con un documento di riconoscimento per essere registrati.
    se la consultanzione dovesse raggiungere almeno mille persone, avrà un indubbio rilievo statistico e certamente anche politico.
    il Consiglio comunale che se seguirebbe avrebbe ben altro tono ed andamento, se prevalessero i no.
    in caso contrario, il porto così come congegnato avrebbe trovato la sua consacrazione popolare, con buona pace di tutti.
    sandro campilongo

    RispondiElimina
  7. Il consenso non è rappresentato da un gruppetto di dissenzienti.

    RispondiElimina
  8. caro esperto di grammatica,
    dalla profondità del tuo pensiero credo proprio che se avessimo provato a prestare (o anche a regalare) te nessuno ti avrebbe voluto, e perciò abbiamo la fortuna di averti ancora a fare danni a scalea.
    se poi volessi approfondire il dibattito, il mio numero - come già sai - è sull'elenco telefonico di Roma.
    il tuo non lo posso trovare perchè non hai neppure il coraggio di firmarti, come tutti i codardi.
    sandro campilongo.

    RispondiElimina
  9. Caro Sandro, potrebbe diventare davvero il salotto, ma in questo momento e da diversi anni non e' nemmeno il cortile

    RispondiElimina
  10. come sempre insulti ... questo tipo di polemica non aiuta nessuno. caro sandro, il progetto è stato già appaltato e la Cem deve realizzarlo, quindi non credo sia necessario il referendum. Si chiedono invece garanzie perchè il progetto definitivo è stato radicalmente modificato (da 310 a 529 posti barca e i moli sono a bacino anzichè convergenti) secondo lo studio e il progetto preliminare redatto dal prof. De Girolamo. i signori della Cem (mi sembravano Totò e Peppino) oltre spiegare che dovevano curare i loro leggittimi interessi, non hanno dato le garanzie richieste cioè se questa tipologia generi l'insabbiamento a monte e/o a valle della torre come paventava De Girolamo qualora si fosse realizzato proprio la struttura "a bacino" che sarebbe l'ingresso del porto lateralmente.
    i due della Cem hanno offeso gli scaleoti e il sindaco è stato connivente con questo atteggiamento. Altro che terrorismo psicologico.
    sandro bergamo

    RispondiElimina
  11. Caro Sandro Bergamo, penso che tutti gli scaleoti vogliono il porto. Sarebbe un peccato perdere questa occasione. É ovvio che le cose devono essere fatte come si deve, senza lasciare adito a dubbi o perplessità, ma la cosa principale é che non ci possiamo permettere un'opera incompiuta. Da scaleoto io vorrei far crescere i miei figli in un paese sempre più sviluppato.
    Giacomo Perrotta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tutti gli scaleoti vogliono il porto, perché identificano con il porto un nuovo sviluppo economico. Perché questo si avveri bisogna tuttavia riflettere sui fattori che fanno di un porto un vero produttore di ricchezza e che possono semplificarsi in tre: il diventare parte delle rotte privilegiate dal turismo nautico, l’attrazione turistica dei luoghi intorno, la sicurezza. Quanto al primo punto, le rotte che possono interessare Scalea sono quelle che, dalla Campania – Napoli, Capri, Ischia, Procida, la penisola amalfitana e il Cilento – scendono giù verso le Eolie e che vedono in Maratea il primo approdo di valore. Per arrivare a Scalea bisogna dirottare a ovest della rotta primaria – che va dritta a sud - e questo si può ottenere soltanto se – arriviamo al secondo fattore – l’attrazione turistica del luogo diventa competitiva; insomma se l’organizzazione a terra è appetibile per coloro che, avendo grandi motoscafi e barche a vela importanti - perché è questa classe di persone che bisogna attrarre per fare ricchezza - esigono standard di accoglienza, servizi, attrazioni di vita mondana che solo in parte Scalea può dire con onestà di possedere. Il resto è tutto da pensare insieme al porto e non dopo. Il terzo punto riguarda la sicurezza: bisogna garantire l’ingresso e la permanenza in porto anche nelle peggiori condizioni meteo-marine; immaginiamo una barca che deve entrare col mare grosso nel porto così come è configurato: deve mettersi parallela alle onde col rischio di scarrocciare verso la spiaggia o ancor peggio sul molo interno; gli scaleoti, che conoscono il mare, lo sanno. Nessun velista, che magari cerca il porto fuori rotta per ragioni di sicurezza, rischierebbe così le centinaia di migliaia di euro che ha investito nella sua barca per vacanze tranquille. C’è poi la questione del progressivo insabbiamento delle bocche di porto. Il nostro porto non è protetto da costoni rocciosi, come il porto di Amalfi, o di Maratea, o di Capri e di tutti gli altri porti che abbiamo visto nelle diapositive in Consiglio Comunale: è un porto che dobbiamo rubare alla spiaggia e con i movimenti naturali della sabbia – che non rispettano nessun divieto o prescrizione della pubblica amministrazione – dovrà fare i conti.
      A questi aspetti dobbiamo rispondere per fare del porto una vera fonte di ricchezza per il paese. E’ un programma globale, che non può e non deve essere affidato ad una mera ditta costruttrice di porti, e che richiede da parte dell’amministrazione un progetto e un lavoro complesso – senza inutili contrapposizioni – da fare coinvolgendo tutta cittadinanza.

      Elimina
  12. Esprimere civilmente le criticità e i dubbi nei confronti del progetto del porto di Torre Talao, che certamente determinerà la trasformazione futura del nostro territorio (non sappiamo ancora se positiva o negativa), non può e non deve essere definito “terrorismo psicologico”, soprattutto se le critiche sono il risultato dello studio di atti che lo riguardano.
    Definire il dissenso di un gruppo di persone che non condividono questo progetto - “terrorismo psicologico”- è offensivo sia nei loro confronti sia dell’intera collettività, comunque la pensi sul porto, perché esso rappresenta l’opinione di uno spaccato della società civile e democratica, e come tale va rispettato.
    Tutto ciò ci riporta tristemente indietro nel tempo, in epoche di oscurantismo dominate da regimi totalitari che basavano il loro potere sul condizionamento psicologico collettivo.
    Noi del Comitato Scalea2020 ripudiamo questo metodo di confronto e simili “slogan” dietro cui vi è soltanto un desolante vuoto culturale.
    Noi sappiamo esercitare, nel rispetto delle regole civili, il “diritto d’opinione e d’informazione” che la Costituzione Italiana garantisce a ogni cittadino, ed è ciò che liberamente continueremo a fare in ogni luogo e sede istituzionale, sino a che tutti i dubbi su questo progetto non saranno fugati da dati certi e inconfutabili.
    A tale proposito ritengo utile informare i lettori, che non hanno partecipato al recente Consiglio Comunale, su di un’interessante novità emersa dalla riunione.
    La ditta progettista e appaltatrice, in quella sede istituzionale, ha dichiarato che eseguirà delle NUOVE VERIFICHE SCIENTIFICHE (studio su modello matematico bidimensionale) sul progetto definitivo, per stabilire quali trasformazioni determineranno alla costa le opere a mare (diga foranea, darsena, moli, imboccatura ecc.)
    In pratica verificheranno la fattibilità del progetto definitivo.
    E allora mi chiedo: ma questi studi non erano stati già depositati dalla CEM presso gli Enti Competenti OLTRE DUE ANNI FA ?
    Perché solo adesso è necessario verificarli giacché il metodo di studio (modello matematico bidimensionale) cui oggi si riferisce il progettista della ditta, esiste da oltre vent’anni ?
    Tanto per fare un esempio: è come rielaborare l’analisi statica di un progetto in cemento armato dopo l’avvenuto deposito al Genio Civile dei calcoli.
    Tutto ciò conferma i legittimi dubbi sollevati dal Comitato Scalea2020 che ancora attende risposte:
    1) Sulle reali previsioni di sviluppo economico e occupazionale basato su studi attendibili confrontati a realtà territoriali omogenee a quella scaleota;
    2) Sul destino del perimetro sepolto della rocca;
    3) Sulla sorte del canale Sallegrino di cui non si conosce il futuro percorso e ai pericoli di esondazione nel caso d’insabbiamento delle foci Tirello e Sallegrino;
    4) Su come e dove sarà utilizzato e sversato il materiale oggetto di escavo (70.000 metri cubi di sabbia e misto);
    5) Sull’effettivo utilizzo dei massi di cava naturale (come stabilito dal Genio Civile) per la realizzazione della parte emergente della diga foranea;
    6) Su quali saranno le influenze negative al traffico veicolare per effetto del mancato raddoppio della ss. 18 e la carenza di aree parcheggio soprattutto nei periodi estivi.
    7) Sul reale impatto al paesaggio di Scalea, anche per chi lo osserva dal mare, che potranno determinare la diga foranea alta 5 metri con la sovrastante torre di controllo alta circa 17.
    Per questo chiediamo vengano sviluppate e rese pubbliche rappresentazioni virtuali dinamiche (filmati) del progetto visto dal mare.
    Noi del Comitato Cittadino Scalea2020 accettiamo civilmente qualsiasi critica alle posizioni assunte in riferimento alla fattibilità del progetto definitivo del porto di Torre Talao, purchè tali critiche siano circostanziate da prove e non lesive del “diritto di opinione”.
    Sergio Cotrone - Comitato Cittadino Scalea2020

    RispondiElimina
  13. Parlano tanto di salvaguardare la torre.. ma dove sono stati fino ad ora, le grotte le hanno sempre usate per cac…, sono sporche e puzzolenti, forse con il porto vengono valorizzate davvero. E’ poi volevo anche dire che i vari cotrone e company che sono contro il porto, non credo che interessi loro lo sviluppo (anche economico) di Scalea, loro vivono altrove ed hanno il loro bello stipendio, assieme ai loro amici del comitato per la bellezza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti rispondo dicendo che a Scalea manca la politica della valorizzazione dei Beni culturali.

      Penso che se le grotte fossero pulite, inserite in un percorso guidato, magari fosse creata anche una via d'accesso, i turisti, gli stessi scaleoti e le scolaresche andrebbero a visitarle.
      Che ne dici???


      Parlo da nativo scaleoto 40enne che non ha mai visto queste grotte...

      Elimina
  14. Il ritornello è sempre lo stesso: chi vive fuori, pur essendo nativo ed assiduo frequentatore, nonché amante del paese, pur avendo delle competenze qualificate, non deve entrare nelle FACCENDE di "casa Scalea".
    Ma chi l’ha detto? Dov’è scritto?
    Scalea non è soltanto di chi vi risiede, ma è di tutti quella che la amano e che vogliono tutelarla da ulteriori sfregi.
    Sul discorso dello sviluppo economico che potrebbe portare il porto non si sa ancora niente.
    Informati e facci sapere, ma non farti confondere da false informazioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vi siete chiesti chi è la ditta che vuole realizzare il porto?
      Novanta anni sono lunghi.
      Dareste la vostra casa per NOVANTA anni ad uno SCONOSCIUTO?
      INFORMATEVI..........
      Uno scaleoto che vive fuori ma che ama Scalea.

      Elimina
    2. E soprattutto se non ci portano la camorra in casa.

      Elimina
    3. Noi ce lo siamo anche chiesto
      ..ma nessuno si degna di rispondere

      Elimina
  15. La CEM di dove è?
    Napoli?? E ho detto tutto... :)
    Grande Scalea! Sindaco ;)

    RispondiElimina
  16. ma perchè, il sindaco di dov'è?
    di scalea?

    RispondiElimina