In particolare sulla TARSU (tariffa rifiuti solidi urbani).
Rispondiamo a tutte quelle persone che ci hanno scritto, sperando di chiarire la nostra posizione.
LE TASSE SI DEVONO PAGARE e pure volentieri, aggiungiamo. Pagare le tasse è un obbligo e un dovere civico. Nel caso specifico della TARSU 2010 va detto che quanto dichiarato dal Sindaco, dott. Basile, è vero e cioè che fino ad ora la TARSU a Scalea si è pagata in ritardo (vale a dire l’anno successivo a quello di riferimento).
Il punto non è questo però.
Intanto la cittadinanza ha diritto di essere informata e preparata anche al fine di rendere proficua l’opera di riscossione. Spiegare ai cittadini che hanno appena pagato la TARSU del 2009 che di lì a breve si vedranno richiedere quella del 2010 non era una cosa né difficile né costosa, anzi era un atto dovuto. D’altro canto non bisogna nemmeno meravigliarsi se la cittadinanza si è lamentata e ribellata. Le reazioni potevano contenersi se prima di “stangare” l’Amministrazione avesse giocato d’anticipo e annunciato il riallineamento dei pagamenti.
Ciò che però sfugge (come al solito) è che la gente di Scalea non ha i beni al sole e che le tasse (soprattutto se maggiorate del 40%) pesano come macigni sull’economia delle famiglie.
Pagare due volte la TARSU (anche se riferita a due annualità diverse) nel giro di quattro mesi può voler dire pagare cifre consistenti (centinaia e centinaia di euro).
Siamo d’accordo sulla necessità di mettere ordine nel sistema di pagamento ma non si può pretendere di farlo dall’oggi al domani facendo ricadere tutto sulle famiglie. Anche lo Stato centrale quando prende decisioni di questo tipo lo fa diluendo i tempi. Come si fa? Ad esempio informando e stabilendo che a partire dal 2012 le tasse dell’anno in corso si pagheranno entro maggio e prevedendo un periodo transitorio (2010\2011) con più scadenze e rate contenute in modo da non prendere al cappio le già esangui casse delle famiglie (ma per carità è solo un rapido esempio rispetto a decine di soluzioni possibili ndr).
Per quanto riguarda le buste “anonime” lasciate nelle cassette della posta non si comprende come ciò ci faccia risparmiare visto che la riscossione è affidata ad un soggetto terzo e non al Comune.
Chissà magari un giorno tutti noi cittadini avremo una casella di PEC e risolveremo il problema delle spedizioni e dei relativi costi. Ma questa è un’altra storia.
Chiudiamo con una considerazione (e come tale opinabile): amministrare non è come giocare una partita di poker in cui può essere utile lasciar fare la prima mossa agli altri. Giocare d’anticipo, informare per tempo, dare spiegazioni e soprattutto “servire con umiltà” è un dovere perché i cittadini non siedono al tavolo verde ma sono i padroni del tavolo e dei soldi che ci sono sopra.
Ciò che però sfugge (come al solito) è che la gente di Scalea non ha i beni al sole e che le tasse (soprattutto se maggiorate del 40%) pesano come macigni sull’economia delle famiglie.
Pagare due volte la TARSU (anche se riferita a due annualità diverse) nel giro di quattro mesi può voler dire pagare cifre consistenti (centinaia e centinaia di euro).
Siamo d’accordo sulla necessità di mettere ordine nel sistema di pagamento ma non si può pretendere di farlo dall’oggi al domani facendo ricadere tutto sulle famiglie. Anche lo Stato centrale quando prende decisioni di questo tipo lo fa diluendo i tempi. Come si fa? Ad esempio informando e stabilendo che a partire dal 2012 le tasse dell’anno in corso si pagheranno entro maggio e prevedendo un periodo transitorio (2010\2011) con più scadenze e rate contenute in modo da non prendere al cappio le già esangui casse delle famiglie (ma per carità è solo un rapido esempio rispetto a decine di soluzioni possibili ndr).
Per quanto riguarda le buste “anonime” lasciate nelle cassette della posta non si comprende come ciò ci faccia risparmiare visto che la riscossione è affidata ad un soggetto terzo e non al Comune.
Chissà magari un giorno tutti noi cittadini avremo una casella di PEC e risolveremo il problema delle spedizioni e dei relativi costi. Ma questa è un’altra storia.
Chiudiamo con una considerazione (e come tale opinabile): amministrare non è come giocare una partita di poker in cui può essere utile lasciar fare la prima mossa agli altri. Giocare d’anticipo, informare per tempo, dare spiegazioni e soprattutto “servire con umiltà” è un dovere perché i cittadini non siedono al tavolo verde ma sono i padroni del tavolo e dei soldi che ci sono sopra.
Il direttivo
P.S.
Tempo fa uno studio universitario sosteneva che pagare le tasse rende felici. Bene, "chiù cuntent i nuji nun c’è nisciun!"
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