martedì 23 luglio 2013

PAOLA 21 LUGLIO - LIBERA

Dalla resistenza alla ribellione.
di Leonardo Gambardella

Si costituisce il presidio di Libera sul Tirreno cosentino A Paola è una serata fresca, l'aria è frizzante, la piazza del Popolo, tutta illuminata, è piena a metà. Mi colpiscono le facce sorridenti dei ragazzi e delle ragazze che indossano le t-shirt nere con la scritta di Libera colorata, “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”, le parole di Paolo Borsellino vivono sulle spalle di questi ragazzi che si muovono svelti per sistemare le luci, collegare i microfoni, esporre la bandiera dell'associazione. E' la prima volta che partecipo a una manifestazione di Libera, quando ho saputo che si costituiva il presidio sul Tirreno cosentino ho sentito il bisogno di esserci, mi guardo intorno per vedere se c'è qualcun altro da Scalea ma non riconosco nessuno. 

Un rullo di tamburo e la serata inizia con la sfilata di abiti d'epoca per celebrare la tradizionale “Volata”. Si ricorda che ai tempi in cui i turchi terrorizzavano le coste del sud Italia, tra Paola e San Lucido i contadini riuscirono a organizzare una difesa del territorio respingendo l'attacco dei pirati che vennero buttati in mare. Così ogni anno, il 21 luglio, a Paola si festeggia “ la Volata” tuffandosi in mare con tutti i vestiti per ricordare quella vittoria. La serata continua con due storie che non hanno nulla di divertente. Mi spiegano che parte dell'azione di Libera è di dare voce alla memoria, ricordando le vittime di mafia. Oggi si ricorda Tonino Maiorano, un operaio di Paola ucciso per sbaglio, perché si trovava nel posto sbagliato. 

Seguono le testimonianze agghiaccianti di Tiberio Bentivoglio e Valeria Grasso due imprenditori che si sono opposti alla prepotenza del pizzo a Reggio Calabria e a Palermo. Tiberio racconta la sua storia con calma come se andasse a prendere ogni parola nel fondo della memoria e prima di metterla in voce la pesasse, perché bisogna essere precisi nel descrivere la violenza della 'ndrangheta. La rabbia di chi ha subito violenza può diventare cieca, Tiberio invece vuole aprire gli occhi, in lui la rabbia è diventata forza. Ringrazia don Ciotti per questo. Attraverso Libera ha trovato la possibilità di resistere e di continuare la guerra. Sembra proprio un racconto di guerra, Tiberio ha gli occhi di ha visto la morte. Deve ringraziare un marsupio di cuoio che ha trattenuto il proiettile diretto al suo cuore se oggi può raccontare la sua storia. Prima di lasciare il microfono ci tiene a lasciare un messaggio chiaro: meglio “sbirri” che mafiosi, se saremo capaci di diventare tutti poliziotti e di ricordare la targa di un motorino e andare dai carabinieri a denunciare, allora la mafia verrà sconfitta. E' un applauso commosso quello che saluta la sua testimonianza. 

Valeria Grasso è un'imprenditrice, madre di tre figli, che ha affittato dei locali dalle persone sbagliate a Palermo e così è stata costretta a lasciare tutto, il lavoro che amava, la sua casa, gli amici. I suoi figli hanno dovuto lasciare la scuola. Ha dovuto vivere nascosta dietro una falsa identità, essere pronta a partire nel caso qualcuno sospettasse chi fosse. Ma è una donna forte, e si è incatenata al ministero degli Interni per avere giustizia. Ha la forza di parlare delle sue fragilità e di infondere speranza. Presentata come vittima di mafia lei stessa nega di sentirsi una vittima. E dice con orgoglio che rifarebbe tutto quello che ha fatto per denunciare la violenza della mafia. Giap Parini, professore di sociologia all'Università della Calabria, lascia che l'applauso si esaurisca e prende un respiro prima di far sentire la voce dello studioso. Dopo le testimonianze di chi vive ogni giorno in lotta con la 'ndrangheta c'è il lavoro di chi ogni giorno cerca di comprendere il fenomeno per sconfiggerlo. Perché è la cultura mafiosa il nemico più pericoloso. Parini è lucido, incisivo, schietto quando dice che in Calabria la lotta contro la 'ndrangheta è una lotta contro la società che i nostri padri hanno costruito, è una lotta da combattere dentro la famiglia. Per questo è una lotta molto difficile. Quando l'ho avvicinato gli ho chiesto cosa pensasse dell'operazione Plinius a Scalea, gli ho detto che il paese è sotto shock e che tutti sapevano ma nessuno immaginava che fosse di una tale portata. Parini non è sorpreso invece. E' proprio così che succede, tutti sanno ma nessuno denuncia. Quello che preoccupa del territorio dell'Alto Tirreno cosentino è la prossimità tra 'ndrangheta e Camorra. Sul futuro non si sbilancia. Non sa dirmi se nuove consorterie prenderanno lo spazio lasciato vuoto dai recenti arresti o se invece sarà possibile fondare un nuovo governo della città basata su criteri legali. Alla fine le associazioni del territorio hanno firmato il documento che istituisce il presidio di Libera. 
Per Scalea c'è il Liceo Scientifico Metastasio, rappresentato dalla dirigente Elena Cupello, prima scuola ad aderire al progetto, e l'associazione culturale ACT – Agire Col Teatro, con la presidente Elena Fazio che ha voluto testimoniare l'impegno per la legalità attraverso la cultura. 

Vado via con negli occhi il sorriso di Ilaria studentessa di Praia a Mare che ha lavorato al progetto contro la dispersione scolastica che Libera insieme a Save the Children sta conducendo al Museo del Bambino di Scalea. Mi racconta come hanno deciso autonomamente il colore dei muri e le attività da svolgere. Di come per una volta si è sentita importante, protagonista di un progetto e non solo consumatrice dentro un centro commerciale. 

Per maggiori info: Coordinamento Cosentino di Libera “Roberta Lanzino” www.libera.it Tra le associazioni e istituzioni del comprensorio che nel corso degli ultimi mesi hanno condiviso il percorso di “Libera” che hanno siglato l’impegno simbolico a costituire il Presidio del Tirreno Cosentino si segnalano: ASD Rugby Paola, Paolab, Azione Cattolica di Paola, Circolo Arci “Urlo del Sole” di San Lucido, Associazione primo maggio di Tortora, Associazione Gianfrancesco Serio di Praia a Mare, Associazione Non Mimosa ma Girasole di Acquappesa, Liceo Metastasio di Scalea, Cooperativa Oltre di Tortora, ACT di Scalea, associazione Zafarana di Tortora, associazione Giovanni Paolo II di Santa Maria del Cedro.

Nessun commento:

Posta un commento