sabato 1 febbraio 2014

PERCHÉ HO SCELTO WSCALEA


Correva l’anno 2010, erano alle porte le elezioni comunali che avrebbero portato Pasquale Basile a rivestire la carica di primo cittadino di Scalea. 
Un gruppo di persone, soprattutto giovani, già attivo sul nostro territorio, si faceva promotore di principi mai fino ad allora pubblicamente ventilati. “Legalità e trasparenza” era lo slogan di questa associazione, chiamata WScalea, che raccoglieva al suo interno soggetti diversi nelle ideologie politiche, ma tutti accomunati da uno spirito nuovo, diretto a smantellare dal basso vecchie e retrograde usanze, autolesionistiche mire egemoniche di chi, per anni, ha contribuito da dentro il palazzo (ma anche da fuori) a trasformarci in un paese senz'anima e senza idee, povero, sotto tutti i punti di vista. "Guardavo questo gruppo, lo ammiravo, vedevo in esso una luce nuova, un sentimento rivoluzionario, che si faceva largo nella fitta e imperante cortina, rappresentata dai “vecchi” marpioni della politica nostrana". 
Rimasi tuttavia estraneo a questa associazione, continuando ad osservarla con occhio esterno e critico. Un gruppo, via via rimasto sparuto, che anche dopo le elezioni ha continuato a lottare e denunciare nell’interesse della collettività e che, per questo, è stato oggetto di pesanti intimidazioni da parte di chi, evidentemente, coglieva in esso una resistenza sana ad un sistema malato. Ma WScalea non solo combatteva e denunciava nel nostro interesse ma promuoveva iniziative e manifestazioni, nella convinzione di poter dare qualcosa di concreto e positivo per la nostra cittadina, con grande spirito di abnegazione e sacrificio, non solo in termini economici. WScalea ha dato spazio a gente che, come me, pur non essendo un associato, da un blog voleva pubblicamente segnalare storture e grossolane anomalie nella gestione della cosa pubblica, della cosa di noi tutti. Così, nel tempo, mi sono innamorato di quel gruppo e ho deciso di prendervi parte. Parlare male di questa associazione significherebbe, senza ombra di dubbio, essere in malafede.


Oggi noto che dopo i brutti fatti di Plinius, sorgono altre associazioni che prima ancora di dimostrare sul campo le loro qualità ed il loro servizio alla collettività, sia esso culturale o politico, si autoproclamano salvatori della patria. Non è così che funziona. Men che meno bisognerebbe cavalcare fatti di cronaca più o meno gravi per tentare, in qualche modo, di acquisire visibilità, forse nella bieca convinzione che nel giro di qualche mese si andrà a votare. Si rischia un clamoroso autogol. Il merito e la stima di chi ci osserva dall’esterno bisogna conquistarseli sul campo, con iniziative concrete e positive per il paese. Al bando sterili e vuoti proclami di buoni intenti. A Scalea servono fatti, non parole. 

Dino Ivan Squatrito

1 commento:

  1. Sig. Squadrito, io non avrei sapuito mettere insieme una riflessione come la sua.Mi sento anch'io desideroso di appartenere a un gruppo che sia espressione del mio modo di essere .Ascoltare i giovani che dialogano , propongono, esprimono, è per noi meno giovani si è portato anche gli stimoli a chi governava, scongiurando di non ripetere gli errori del passato.Spero che il gruppo wscalea continui a cavalcare la cultura della legalità, dello sviluppo e istuzione.Finchè si lavorerà per il bene del paese io starò accanto a loro.Bella comunque la sua riflessione, che fa sentire bene anche me .Resti a noi vicino . Grazie, cordialmente franco celano

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