venerdì 1 aprile 2011

LETTERA - VITA VERA!

Cara W Scalea, ti scrivo per raccontare la mia esperienza e per evidenziare, come fai tu, quanto noi meridionali siamo causa dei nostri mali. Il mio medico di fiducia mi consiglia di effettuare un esame ecografico per un controllo. Io prendo appuntamento per l’esame presso un ospedale del sud che mi viene fissato quasi 4 mesi dopo alle 9 del mattino. Sui tempi d’attesa tutti sappiamo che sono lunghi e quindi non mi sono meravigliato. Passati i 4 mesi quindi, mi sono recato presso la struttura per ricevere la prestazione. Come prima cosa mi reco presso l’ufficio ticket per pagare. Quando arrivo trovo una fila lunghissima. Il display dei numeretti non funzionava, quindi tutti quanti siamo rimasti ammassati vicino alla porta cercando di non perdere il posto. Quando arrivo davanti allo sportello conto ben 4 impiegati dietro al vetro. Peccato che nessuno di loro stesse veramente lavorando. Mi spiego: una parlava al telefonino animatamente, un'altra mangiava taralli, un altro contava delle monetine e infine l’ultimo (l’unico seduto davanti allo sportello) dopo circa un minuto mi ha finalmente guardato in faccia. Prende l’impegnativa e esclama: hai hai, hai! E ora come facciamo? Lai lo sa quanto costa il ticket per questo esame?. Lì per lì mi sono chiesto se l’impiegato stesse parlando con me o con i suoi colleghi. Quando ha ripetuto la domanda ho capito che chiedeva a me il costo del ticket! La sorpresa è stata grande! Gli ho risposto che non lo sapevo e gli ho chiesto quanti esami di questo tipo venivano effettuati. Tantissimi mi ha risposto ma in genere non paga nessuno. Però! Che triste primato! Ero l’unico a pagare! Ricevuto il mio premio lo stesso impiegato mi manda al reparto radiologia. Io consegno il ticket e spetto insieme ad una cinquantina di persone. Dopo circa un ora un tecnico mi chiama e mi fa entrare. Io ero convinto che era il mio turno e invece questo tecnico mi comunica che la mia prenotazione non risultava e ed era convinto che io fossi lì perché raccomandato da un medico. Ho spiegato al tecnico che io odio i raccomandati e che nessun medico mi aveva fatto piaceri. Mi ha risposto che in questo caso non poteva aiutarmi e mi ha mandato ad un altro ufficio. Sconfortato, arrabbiato e disgustato, finalmente scopro che la mia prenotazione era stata assegnata ad uno specialista e ricomincio davanti ad un altro reparto la fila. Durante questa seconda attesa osservo e vedo. Vedo persone non autorizzare entrare nei reparti digitando addirittura i codici di accesso. Vedo persone non prenotate passarmi avanti. Vedo persone prive del timbro del ticket usufruire gratuitamente delle prestazioni sanitarie. Dopo un'altra ora di attesa finalmente arriva il mio turno. Tutto ok, per fortuna non dovrò tornare per altri accertamenti anche perché se fosse stato così credo che avrei preferito lasciarmi morire piuttosto che tornare. Scusa lo sfogo, cara w scalea, ma in un momento in cui la sanità è oggetto di tagli drastici, In un momento in cui i cittadini si mobilitano per salvare gli ospedali io mi chiedo: chi salverà noi da noi stessi? Grazie. Firmato un Anonimo Sano.

3 commenti:

  1. dopo 4 mesi di attesa per una mammografia ti senti dire "ma non l'hanno avvisata?perche?dico io , no guardi il mammografo è rotto da due mesi e non si sa quando sarà riparato." ok, gli diciamo ,c'erano sulla prenotazione due numeri di telefono.grazie lo stesso.andiamo via e nello stesso momento avendo il numero verde del cup di potenza, chiamo e dopo 15 giornieseguo l'edame.siamo a giugno del 2008. come vedi la cosa non è affatto cambiata, e non cambierà mai.anonimo malato

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  2. bastava chiamare "a mugliera du socio".....

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