lunedì 11 febbraio 2013

LETTERA DI RAFFAELE PAPA

13 febbraio 2013, cento anni dalla nascita di Giuseppe Dossetti.
“Sentinella quanto resta della notte?”

Su cortese invito dell’Editore Osvaldo Cardillo ho partecipato alla presentazione del libro WScalea.

Incontro interessante, serio, partecipato e sentito che grazie alla sensibilità e spirito combattivo degli organizzatori è risultato estremamente propositivo. Una salutare esortazione alla responsabilità personale che diventa corresponsabilità collettiva nella condivisione dei principi di legalità, trasparenza e solidarietà.

Tutto ciò che concerne il territorio, le scelte che incidono sulla vita dei singoli che ne condizionano inesorabilmente il futuro, necessitano di una gestione pubblica disponibile all’ascolto che favorisca e solleciti il contributo di tutti.
Le diverse problematiche rappresentate, pur presenti nella cittadina scaleota, appartengono all’intero territorio calabrese e meridionale da troppo tempo assopito ed appiattito da una generale indifferenza, macigno soffocante che inibisce non solo l’intraprendenza ma anche il desiderio di un futuro diverso e migliore.
Tali iniziative hanno il pregio di dimostrare che l’enorme masso può essere sgretolato e così liberare aspirazioni, costruire l’avvenire e trasformare tanti singoli individui in una comunità consapevole
La presenza del Giudice Romano De Grazia ha esaltato le lodevoli finalità dell’evento, la forza dirompente dell’uomo di Legge, la genuina e schietta moralità, l’indomabile volontà per una convivenza fondata sulla giustizia e solidarietà, l’anelito per una società rispettosa delle regole quali condizioni necessarie ed essenziali, è stata una eccezionale iniezione di vitalità da parte di chi per aver vissuto in pienezza e convinzione il credo della trasparenza risulta sempre nuovo e sempre pronto a ripartire per altre battaglie di legalità.
Il vigore di De Grazia ha il potere di rompere il muro di gomma dell’oziosità mentale che spesso innalziamo dentro di noi e che tutto ci fa apparire come vicende di ordinarie vicissitudini meridionali, un luogo comune che troppo abbiamo fatto nostro e che ci impedisce di chiedere, contestare, protestare e ribellarci ad uno modo di vivere di servile accomodamento.
La sua “Legge Lazzati” concepita per impedire alle organizzazioni criminali di intervenire nelle competizioni elettorali, dopo 18 anni di “notte”, di difficoltà, reticenze, rinvii, lotte, resistenze colpevoli è riuscita a conquistare l’aurora, un raggio di luce caparbiamente voluto da un solo uomo che sarà benefico per tutti.
Romano De Grazia porta dentro di se le certezze di Lazzati per il quale la giustizia non è mai fine a se stessa ma per l’uomo, vero ed unico protagonista della società e di una umanità donata.
Lazzati, La Pira, Dossetti, protagonisti di una Politica che tanti non conoscono e che oggi più che mai diventa necessario riscoprirla se non altro per frenare la superficialità. l’arrivismo ed egoismo dei pochi i quali agiscono in nome di un bene comune che non hanno mai favorito ne fatto conoscere.
“L’unica possibilità e la condizione pregiudiziale di una ricostruzione stanno proprio in questo: che una buona volta le persone coscienti e oneste si persuadano che non è conforme al vantaggio proprio, restare assenti dalla vita politica e lasciare quindi libero il campo alle rovinose esperienze dei disonesti e degli avventurieri”;
questo ci dice ancora oggi Giuseppe Dossetti, nel mentre si avvicina la ricorrenza dei 100 anni della sua nascita avvenuta il 13 febbraio 1913.
Semplicemente Don Giuseppe, una personalità straordinaria che in giovanissima età ho avuto l’occasione di conoscere, un ricordo indelebile che conservo gelosamente, fu lui a spiegarmi con la sua presenza, atteggiamenti e modi, senza troppe parole, un valore necessario ma smarrito, l’umiltà, fondamento vero della convivenza.
Lo stesso Dossetti riportando l’oracolo di Isaia, in occasione della commemorazione della morte di Lazzati nel 1994, si chiedeva “Sentinella quanto resta della notte?”
Si, ieri come oggi siamo nella notte, buia, tenebrosa che necessita di sentinelle che non semplicemente aspettano il nuovo giorno ma che anelano, conquistano e svegliano l’aurora perché la speranza è più forte di ogni paura.
Giustizia, legalità, trasparenza, solidarietà non basta aspettarli è necessaria la consapevolezza e l’impegno personale e costante di ognuno, sarà questa la cittadinanza attiva, la sola che potrà evitare ruberie, tangenti, malasanità, disimpegno politico, indifferenza, ignavia e che farà in modo che ogni e qualsiasi potere costituito guardi all’uomo e non al potere economico.
Grazie, ad Osvaldo Cardillo, a WScalea, a Romano De Grazia ed a tutti coloro che vogliono essere le sentinelle che nell’attesa dell’alba pongono il proprio mattone per costruire la “Città dell’uomo a misura d’uomo”.
Bisogna essere in tanti e voglio esserci anch'io.

Li 11 Febbraio 2013 Raffaele Papa

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