Ultimamente
questi due termini risultano inflazionati all'inverosimile!
Il vecchio può
essere sinonimo sia di “ già visto e inutile o addirittura dannoso” e sia di
saggezza ed esperienza, mentre il nuovo non si conosce lo si può caricare di
aspettative ma può rivelarsi o una grande scoperta o una grande delusione.
C'è chi vanta il
nuovo che avanza, chi elogia il vecchio che tanto ha fatto e che non può essere
messo da parte ma io direi che di batoste ne abbiamo prese abbastanza sia dal
“NUOVO” che dal “VECCHIO”, tanto da non poter più essere giustificata una
scelta politica dalla semplice analisi finora fatta. E’ necessario invece,
pretendere dai nostri rappresentanti altri requisiti: coerenza d'idee, onestà,
libertà da legami clientelari e nessuna brama personale siano essi in
carriera o alle prime armi.
Se è un
“vecchio” della politica a voler tornare in auge dovrebbe poter spiegare che,
avendo già fatto tanto... potrebbe fare ancora di più (curriculum) se invece è
un “nuovo” a chiedere la nostra fiducia dovrebbe parlare il suo curriculum da
onesto cittadino attivo nella società.
Quindi tra i due
termini abusati ovvero il “vecchio” e il “nuovo” c'è sicuramente una classe
politica che rispetta l'etica politica, che non promette e non permette
trattamenti clientelari ma soprattutto che può risollevare le sorti del nostro
futuro ma fin quando ci sarà qualcuno disposto a dare e qualcun altro disposto
a prendere sarà proprio la buona politica a rimetterci e di conseguenza i tutti
i cittadini.
Cristiana
Covelli
Se il nuovo è quello descritto dal direttore di RadioOne nel "cantico dell'Oliverio", nuovo e vecchio pari sono!
RispondiEliminaIl "cantico dell'Oliverio" è meraviglioso, complimenti !!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaIl buon Orrico si è messo in testa di governare la cittadina.
RispondiEliminaAspettiamo le sue prossime mosse.